Abbiamo visto per voi… Love & Friendship

Vivere fuori dall’Italia ha i suoi vantaggi, come per esempio poter vedere al cinema Love & Friendship, il film diretto da Whit Stillman tratto dalla storia epistolare di Jane Austen Lady Susan.love_and_friendship_ver3

Dopo il post-anteprima dei giorni scorsi, che ci fornisce tante notizie su questa produzione cinematografica e gli interessanti punti di vista del regista su Jane Austen, eccovi oggi le mie personali impressioni sul film, che ho potuto vedere, in compagnia di altri due spettatori (una coppia sulla settantina abbondante), nella mia piccola città in Svizzera.

Per cominciare, un giudizio generale: anche se non suggerirei di assistere a questo film in compagnia di qualcuno che non sia «addetto a Jane Austen» (sia nel senso di «addetto ai lavori», com’è la maggior parte dei Soci di JASIT, sia nel significato della parola inglese «addicted»…), devo dire che è un film molto, molto ben fatto. Lo spirito epistolare è rispettato appieno, perché i minuti sono divorati dai dialoghi e dai lunghissimi monologhi che prendono il sopravvento sulle azioni e sui movimenti e che spesso riproducono testualmente le lettere del libro. Il regista dimostra con chiarezza le proprie scelte stilistiche sin dall’inizio, quando i luoghi e i personaggi sono presentati allo spettatore con scene statiche e un po’ scurite sui margini (un effetto «vignettato»), che ricordano delle miniature settecentesche.

Sì, il film è decisamente «miniaturale» e decisamente settecentesco. Oltre che dalla tendenza alla fissità delle immagini e da musiche che non hanno niente a che vedere con il Dario Marianelli di Pride and Prejudice (2005), è infatti contraddistinto dall’ironia. Anzi, l’ironia lo pervade, riuscendo a restituirci, forse meglio di qualsiasi altra trasposizione precedente, la natura dissacrante della scrittura austeniana. Tom Bennett, in particolare, regala al personaggio di Sir James Martin una comicità travolgente e i siparietti tra Lady e Lord De Courcy (il «solito» James Fleet, già John Dashwood in Sense and Sensibility 1995) sono spassosissimi.

Confermano l’identità settecentesca della storia le scelte dei costumi, che non sono in stile Impero ma seguono la moda precedente (spiccano due notevoli esemplari in tessuto a righe), e il ritratto di un Sensibility man («uomo della Sensibilità»), rappresentato dagli occhi lucidi di lacrime di Reginald de Courcy. Inoltre, le scenografie mostrano prevalentemente spazi interni, come soggiorni, stanze da letto, salottini privati, e abbondano di oggetti come libri, candele, ritratti, dimostrando così la loro estraneità alla temperie culturale del primo Ottocento (ossia di quel Romanticismo che insiste sull’armonia dell’essere umano con la Natura).

Un aspetto specifico della scenografia e dell’uso della cinepresa ad avermi affascinata è la presenza ricorrente di «soglie»: porte, finestre e cancelli ritornano continuamente, e molto spesso la scena è rappresentata in secondo piano rispetto alla cornice offerta da una porta socchiusa. Questa scelta mi ha da una parte ricordato che le «cornici» (di natura sociale, economica, culturale e persino biografica) di un testo non devono mai essere trascurate, e dall’altra costruisce un efficacissimo senso di eavesdropping (la parola inglese per «origliare»), che sottolinea la trasgressività della storia narrata. Come scrive Diego Saglia (Leggere Austen, Carocci 2016, pp. 97-99), infatti, «[Lady Susan] è la controparte femminile del personaggio di Lovelace […] [sulla quale] Austen ci impedisce di formulare un giudizio netto. […] l’autrice ci porta a preferire la voce franca, diretta e spregiudicata della protagonista e la sua visione egoista e corrotta del mondo. […] [Lady Susan] non si pente delle sue macchinazioni, né si ravvede e si vota alla virtù. Ma non viene neppure punita dalla giustizia narrativa dell’autrice».

Love&Friendship_Trailer_FotorUna nota di merito conclusiva va necessariamente a Kate Beckinsale, che da giovane e candida Emma (nella miniserie ITV del 1996) si è saputa tramutare in una Lady Susan credibilissima, con folte chiome che ricadono sulle spalle, un sorriso sfingeo e un accento British davvero irresistibile.

 

Per vedere il trailer (in inglese): https://www.youtube.com/watch?v=XSMNHKqrCOo

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