Un’ipotetica mappa di Highbury

Pubblichiamo – dalla rivista “Persuasions On-Line” della dalla Jane Austen Society of North America (JASNA) – la traduzione di un articolo di Penny Gay, autrice tra l’altro di Jane Austen and the Theatre (2002), che propone una mappa di Highbury realizzata utilizzando le indicazioni topografiche contenute in Emma.

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Un’ipotetica mappa di Highbury
di Penny Gay
V.36, NO.1 (Winter 2015)

Questo saggio apparirà in Persuasions On-Line, vol. 36, N.. 1 nel dicembre 2015. Nel frattempo pubblichiamo questa anteprima come ausilio alla nuova mappa inserita nella pagina Maps of the Novels del sito JASNA – S. A. Ford, Editor.

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La mappa abbozzata che potete vedere qui sopra, concepita negli anni ’80 del secolo scorso a fini didattici, è basata su due significativi brani del testo di Emma: (1)
Il primo:

A Highbury, l’ampio e popoloso villaggio, quasi una cittadina, di cui Hartfield di fatto faceva parte, nonostante avesse prati e boschetti propri e un nome diverso, non c’erano persone del suo rango. (cap. 1)

Questo paragrafo è preceduto da un altro in cui ci viene detto che Londra è “a sole sedici miglia di distanza” e che Randalls è “a solo mezzo miglio” da Hartfield. Randalls “confina” con Higbury. Nel capitolo 1 ci viene anche detto che Mr. Knightley “viveva a circa un miglio da Highbury”. C’è anche la storia dell’incontro tra il galante Mr. Weston ed Emma e Miss Taylor in Broadway Lane, mentre, come racconta Emma “cominciava a piovigginare” e lui “aveva preso in prestito due ombrelli per noi da Mitchell, il fattore.” C’è quindi, nelle pagine di apertura del romanzo, un’ampia serie di informazioni sui “luoghi”, senza eguali in qualsiasi altro capitolo iniziale austeniano. Il mondo di Emma è stato chiaramente creato affinché il lettore immagini di viverci insieme a lei.
Il secondo:

Harriet doveva fare delle commissioni da Ford. Emma ritenne più prudente andare con lei. Era possibile un altro incontro casuale con i Martin, e, nel suo stato d’animo attuale, sarebbe stato rischioso.
Harriet, tentata da qualunque cosa e influenzata anche da mezza parola, era sempre molto lunga nel fare acquisti; e mentre lei era ancora in sospeso tra varie mussoline, cambiando spesso idea, Emma andò alla porta per svagarsi. Non si poteva certo sperare molto, persino dal traffico nella parte più movimentata di Highbury; Mr. Perry che passava di fretta, Mr. William Cox che si avviava verso il suo ufficio, i cavalli di Mr. Cole che tornavano dopo aver fatto esercizio, o un giovane portalettere che vagava su un mulo ostinato, erano le cose più animate che ci si potesse aspettare; e solo quando lo sguardo le cadde sul macellaio col suo tagliere, su una linda vecchietta che tornava a casa dalla spesa con il cestino colmo, su due cani che si litigavano un osso lurido, e su una fila di ragazzini che ciondolavano davanti alla piccola vetrina del fornaio fissando il pan di zenzero, capì che non aveva motivo di lamentarsi, e si divertì a sufficienza; a sufficienza da restarsene sulla porta. Una mente vivace e serena può farlo senza vedere nulla, e nulla di ciò che vede non la interessa.
Guardò giù verso la strada per Randalls. La scena si arricchì; apparvero due persone; Mrs. Weston e il figliastro; stavano entrando a Highbury, verso Hartfield, ovviamente. Tuttavia, si fermarono prima davanti alla casa di Mrs. Bates, che era un po’ più vicina a Randalls rispetto a Ford, ed erano ormai in procinto di bussare quando si accorsero di Emma. Attraversarono immediatamente la strada e andarono verso di lei… (cap. 27).

La ricchezza e l’importanza di questo famoso brano non hanno bisogno di essere ricordate al lettore: rivela sia la vivacità che i limiti dell’immaginazione di Emma; questo, infatti, è il “mondo” del quale abbiamo sentito parlare nella frase iniziale. I dettagli della vita nel villaggio sono tutti mostrati nella mappa della strada principale:  macellaio, fornaio, droghiere, avvocato, taverna, ufficio postale. Tuttavia, ciò che riveste il maggiore significato topografico è che, stando sulla porta d’ingresso del negozio di Ford, Emma riesce a “vedere la strada per Randalls”, che, come già sappiamo, è a mezzo o tre quarti di miglio da Hartfield. Mrs. Weston e Frank possono girare a destra o a sinistra sulla Highbury Broadway (come l’ho chiamata io) allo scopo di recarsi a Hartfield; ma Hartfield è vicina alla canonica di Mr. Elton e alla chiesa, quindi devo collocare Hartfield e la chiesa, la scuola parrocchiale, la canonica e la relativa via, Vicarage Lane, a distanze reciproche molto comode da percorrere a piedi.

Ho collocato Hartfield (e la chiesa) nella parte sud di Highbury, perché sappiamo che dista sette miglia da Box Hill. Richmond-on-Thames, un luogo reale, è a nove miglia a nord di Highbury; Kingston-on-Thames, la città di mercato e anch’esso un luogo reale, dovrebbe essere a cinque miglia dalla stessa strada a nord di Highbury. C’è una linea quasi diretta da nord a sud, da Kingston a Box Hill, a metà della quale è situata Leatherhead, che, secondo la tradizione familiare, era il modello della Highbury immaginaria nel Surrey. (2) Leatherhead ha una Randalls Road che va verso nord-ovest dalla High Street, e una Kingston Road che va verso nord-nord-est. Ma Leatherhead è a sole tre miglia da Box Hill, e quindi ciò situerebbe l’immaginaria Highbury più oltre a nord.

W. Chapman, com’è noto, scrisse, nell’edizione austeniana da lui curata per la Oxford University Press:

non c’è nessun luogo che sia a sedici miglia da Londra, a nove da Richmond e a sette da Box Hill; la precisione di questi numeri è forse mirata a precludere la possibilità di una falsa identificazione.
La topografia di Highbury è talmente dettagliata che sono stati fatti molti tentativi di ideare una mappa. Io non ritengo possibile che si possa fare con certezza: le indicazioni sono davvero insufficienti. (3)

Proprio così! “Highbury” esiste in un universo di fantasia, strettamente parallelo al mondo dei primi anni dell’Ottocento di Jane Austen, che si incrocia al bisogno con luoghi reali (Kingston, Londra). Tuttavia, voglio aggiungere la cittadina più vicina, Alton, nello Hampshire, in questa miscela immaginaria. In questa piccola città di mercato, a soli quindici/venti minuti di cammino da Chawton, Jane Austen andava regolarmente quando era a Chawton, per acquisti un po’ nello stile di Highbury. Potrebbe essersi fissata nella sua immaginazione come il prototipo di un “ampio e popoloso villaggio, quasi una cittadina”. Era una cittadina, principalmente perché aveva un mercato e una corte di giustizia, due cose che Highbury non ha. Ma se oggi percorrete la strada principale di Alton – con le sue case del diciottesimo secolo e i negozi ancora largamente inalterati – potete facilmente immaginarvi in un villaggio grande e animato. La mappa di Alton del diciassettesimo secolo mostra la cittadina come probabilmente era, almeno in gran parte, all’inizio del diciannovesimo secolo, prima dell’arrivo della ferrovia e dell’espansione suburbana.

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C’è una Church Street che parte dalla strada principale verso nord-ovest; un corso d’acqua che alimenta un mulino più o meno dove io ho collocato la fattoria di Abbey Mill; una Crown Inn proprio a destra della strada principale, e una breve Langham Road (non un semplice “sentiero” oggigiorno) che corre proprio a sud e parallela alla strada principale per Basingstoke sull’asse est-ovest. La cosa strana è che ho abbozzato la mappa ipotetica di Highbury prima di aver mai messo piede a Alton; eppure hanno chiaramente una schema simile, come la maggior parte dei villaggi più grandi nel sud dell’Inghilterra: una strada principale dalla quale si dipartono vie secondarie, una delle quali conduce sempre alla chiesa.

Una ulteriore domanda importante: che popolazione poteva costituire “un grande e popoloso villaggio, quasi una cittadina” nel 1814? Per rispondere mi sono rivolta a una mirabile risorsa, la “Victoria County Histories” (pubblicata dal 1900 a tutt’oggi). Fortunatamente ci sono stati censimenti nazionali nel 1811 e nel 1821, ed è quindi semplice fare una media. Ho controllato villaggi e cittadine che sapevo essere familiari a Jane Austen, e ne è risultata una quantità di circa 800-1000 persone. Dal romanzo sappiamo che a Highbury c’è un certo numero di persone conosciute o no “di vista” da Mr. Woodhouse (praticamente vissuto sempre lì). C’è “la seconda e terza scelta di Highbury […] le signore e signorine di Highbury e relative partite a carte” (cap. 19); ci sono “gentiluomini e quasi gentiluomini del posto” che hanno il loro tavolo da whist al Crown (cap. 24), senza parlare dei molti altri piccoli commerci e negozi che fanno prosperare un villaggio, e tutta la servitù nelle case grandi e piccole. Non tutti andavano in chiesa tutte le domeniche (Emma sicuramente non ci va, visto il suo comportamento dopo la proposta di Mr. Elton), e in effetti la frequentazione delle chiese, a parte il movimento metodista, era notoriamente rilassata all’inizio del diciannovesimo secolo. Una grande chiesa costruita in un ricco villaggio nel quattordicesimo secolo, poteva contenere 800 persone. (Donwell, una parrocchia a sé, aveva presumibilmente una propria chiesa e un proprio villaggio (4) più piccoli lungo la Donwell Road. Ci si chiede se Mr. Elton la curasse personalmente, o avesse un curato.)

Mr. Knightley è un ricco proprietario terriero; possiede non solo Donwell e la fattoria di Abbey Mill; la proprietà include anche Highbury, salvo Hartfield, “una specie di tacca nella tenuta di Donwell Abbey” con terreni “insignificanti” e proprietà più piccole come la “piccola tenuta” di Randalls comprata da Mr. Weston (cap. 16). Chawton, nel mondo reale, è una tenuta simile, appartenente alla famiglia Knight, con la grande casa padronale del sedicesimo secolo, per me il modello di Donwell Abbey, ammirata da Emma per:

le rispettabili dimensioni e lo stile dell’edificio, la posizione appropriata, felice e tipica, in basso e riparata; gli ampi giardini che si estendevano su prati bagnati da un ruscello, dei quali dalla casa, con tutta l’antica indifferenza per i panorami, si vedeva ben poco, e l’abbondanza di alberi in filari e viali, che né la moda né la prodigalità avevano sradicato. La casa era più grande di Hartfield, e completamente diversa, estesa su un ampio spazio di terreno, disordinata e irregolare, con molte stanze confortevoli e un paio belle. Era proprio come doveva essere, e sembrava quello che era. (cap. 42)

Paragonate questa descrizione a quella della casa padronale di Chawton in una lettera di Fanny Knight a Miss Chapman del 30 agosto 1807:

È una bella casa, grande e vecchia, costruita, credo, molto prima della regina Elisabetta I, e ci sono un sacco di vecchi passaggi tortuosi ecc. ecc. molto divertenti da esplorare. […] Ci sono una quantità di alberi intorno alla casa (specialmente faggi) che credo rendano sempre grazioso un luogo. (5)

Ovviamente, la mia mappa è schematica e non in scala: avrebbe solo creato confusione, invece di aiutare la lettura del romanzo, se avessi aggiunto il “giusto” numero di case rispetto alla popolazione, e rappresentato più accuratamente le distanze tra i luoghi con una identità topografica. Dato che sia Robert Martin che Mr. Knightley devono attraversare Highbury per andare a Kingston – ed essere visti dagli abitanti della strada principale come Miss Bates – avrei potuto collocare la strada per Kibngston/Richmond leggermente più a sud, forse più vicina al Crown. Ci dovrebbe essere un sentiero che va dal negozio di Ford ea dietro le scuderie dei Cole – una strada alternativa verso Hartfield quando la Broadway è allegata in caso di forti piogge. Mentre studiavo la “Victoria County Histories for Hampshire and Surrey”, mi sono ricordata che la canonica di Mr. Elton aveva bisogno di appezzamenti più ampi (di circa 12-20 acri) sui quali far crescere frutta e vegetali e tenere del bestiame. Lui “passa per i campi” per andare a Donwell, un percorso breve, anche se faticoso in una giornata afosa.

* * *

Vorrei rendere omaggio alle eccellenti doti di progettista e disegnatore di mio marito Robert Gay, che ha realizzato una mappa chiaramente leggibile a partire dalle mie idee, contribuendo lui stesso, sulla base di una lettura fortemente finalizzata del romanzo.

Note

(1) La traduzione italiana dei brani del romanzo, di Giuseppe Ierolli, è tratta dal sito jausten.it
(2) Vedi le considerazioni su questa attribuzione in: Jane Austen, Emma, edited by Richard Cronin and Dorothy McMillan, Cambridge UP, 2005, nota 7 a pag. 533.
(3) Jane Austen, Emma, Ed. R. W. Chapman, 3rd ed., Oxford: Oxford UP, 1933, pag. 521
(4) Qui l’autrice dell’articolo fa notare che nel brano in cui si parla della “vecchia domestica” alla quale fa visita Emma durante la penosa e formale visita di Harriet ai Martin (cap. 23), si dice che la donna “was married, and settled in Donwell.” (si era sposata e stabilita a Donwell), con l’uso di “in” e non di “at”, il che indica che si sta parlando non della casa di Mr. Knightley ma del villaggio con lo stesso nome.
(5) William Austen-Leigh, William, R. A. Austen-Leigh, and Deirdre Le Faye, Jane Austen: A Family Record, British Library, London, 1989.


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Traduzione e pubblicazione on-line autorizzata da “JASNA-Persuasions on-line”, che non è responsabile dell’accuratezza della traduzione.

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