I vecchi cimiteri sono sempre luoghi molto piacevoli. In genere sono ovviamente molto silenziosi (a meno che non siano a ridosso di qualche strada trafficata) e, altrettanto ovviamente, pieni di storie interessanti che hanno il pregio di essere evocate con le poche parole di una lapide, quasi mai sincere ma spesso rivelatrici.
L’antico cimitero degli inglesi di Livorno (nato nel 1644, e quindi il più antico di questo genere in Italia) non fa eccezione. Si trova in pieno centro, vicino a via Verdi, e la sua storia, insieme a un’accurata ricostruzione delle vicende che lo hanno riguardato nel corso di più di tre secoli e mezzo, si può leggere in un libro pubblicato di recente: Un archivio di pietra: l’antico cimitero degli inglesi di Livorno, a cura di Matteo Giunti e Giacomo Lorenzini, Pacini Editore, Pisa, 2013.
Oltre all’interesse per un luogo storico e poco conosciuto, il cimitero ha anche, per un austeniano, un’attrattiva in più per un particolare che lo lega, sia pure indirettamente, a Jane Austen. Nel cimitero, infatti, ci sono cinque sepolture riconducibile alle famiglie Lefroy e Langlois, ovvero ai parenti prossimi di quel Tom Lefroy che fu il primo flirt conosciuto della scrittrice inglese.
Dal 2009 al 2013 ha tradotto tutte le opere e le lettere di Jane Austen, raccolte nel sito jausten.it. Ha scritto due biografie di Jane Austen: Jane Austen si racconta (Utelibri, 2012) e In Inghilterra con Jane Austen (Giulio Perrone Editore, 2022). Nel 2015 ha curato e tradotto Lady Susan e le altre (Elliot), una raccolta di romanzi e racconti epistolari di Jane Austen. Nel 2017, in occasione del bicentenario della morte di Jane Austen, ha curato tre volumi editi da Elliot: Juvenilia, Ricordo di Jane Austen e altre memorie familiari (di James Edward Austen Leigh) e I Janeites (di Rudyard Kipling), oltre a un’antologia delle lettere pubblicata da “La biblioteca di Repubblica-L’Espresso”, comprendente anche l’incompiuto Sanditon.