Alla luce delle evidenze giunte fino a noi, durante la propria vita Jane Austen ebbe l’occasione di vedere il proprio nome stampato su due libri, ma non in veste di autrice. Si trattò di una giusta causa: donare del denaro per sostenere la pubblicazione dell’opera letteraria di due autori. Questo articolo ricostruisce i due casi, la cui importanza va al di là dell’aneddotica legata all’anonimato dei suoi romanzi perché rivela il modo in cui intendeva il proprio ruolo di lettrice e scrittrice.
L’articolo originale è apparso sulla rivista di JASIT – Jane Austen Society of Italy “Due pollici d’avorio”, numero 3 (2015), pagg. 8-15. Per richiedere l’intero numero, scrivere a info@jasit.it.
(Bologna, Italy) – Diplomata Traduttrice e Interprete e laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha lavorato come traduttrice e da anni si occupa di marketing e comunicazione aziendale. Il suo maggiore interesse libresco è la letteratura scritta dalle donne. Ha letto Jane Austen per la prima volta a vent’anni (Orgoglio e Pregiudizio). Nel dicembre 2010 ha aperto il blog monografico Un tè con Jane Austen e nel 2013 ha fondato Jane Austen Society of Italy (JASIT), di cui è presidente.