La gente è più propensa a prendere in prestito ed elogiare, che a comprare – cosa che non mi meraviglia; – ma anche se mi piacciono gli elogi come a tutti, mi piace anche quello che Edward chiama la Grana.
(Lettera del 30 novembre 1814 alla nipote Fanny Knight)
Nella prima parte di questo articolo abbiamo curiosato nelle rendite dei personaggi austeniani, e abbiamo scoperto che la forbice tra i più ricchi e i più (relativamente) poveri era molto ampia: dalle 12.000 sterline l’anno di Mr. Rushworth alle 40 delle sorelle Bennet. Ma Jane Austen di che rendita disponeva? Quanto ha guadagnato con le sue opere? Come spendeva i suoi soldi?
Rispondere alla prima domanda è semplice: lei e la sorella Cassandra disponevano, in due, della stessa rendita di una delle sorelle Bennet, ovvero 20 sterline l’anno a testa (qualche fonte riporta 20 ghinee, ovvero 21 sterline, ma la sostanza non cambia). Era questa la “paghetta” che il reverendo George Austen dava alle figlie. Dopo la morte del padre (1805) sappiamo soltanto che la madre e le due sorelle, tra la piccola rendita della madre e l’aiuto dei maschi della famiglia, disponevano di una rendita annua di circa 450 sterline.
Le 20 sterline l’anno non erano una grossa cifra, ma corrispondevano comunque all’usuale paga annua di una domestica o di un operaio generico, e quindi non erano certo da disprezzare, visto che, considerando gli stipendi odierni, potremmo quantificarle in circa 10.000 euro di oggi. Per dare però un’idea della difficoltà di comprendere appieno l’entità della cifra in un’ottica moderna, come già ricordato nell’articolo precedente, è tuttavia utile ricordare anche un’altra comparazione: la prima edizione di Orgoglio e pregiudizio fu messa in vendita a 18 scellini (una sterlina equivaleva a 20 scellini), e quindi con le sue 20 sterline Jane Austen era in grado di comprare poco più di venti libri l’anno, per i quali oggi spenderemmo circa 400 euro, ben lontani dai 10.000 risultati dal calcolo precedente.
Per la seconda domanda, abbiamo a disposizione un documento autografo della stessa JA, con un riepilogo dei proventi delle sue opere:
(Fonte del manoscritto e della trascrizione: Jane Austen Fiction Manuscripts)
L’indicazione iniziale di 600 sterline si riferisce al totale dei primi tre romanzi pubblicati (più precisamente la prima edizione di Sense and Sensibility, la prima e seconda di Pride and Prejudice e la prima di Mansfield Park), mentre, per le pubblicazioni successive, i “Primi Profitti di Emma” sono in realtà la somma algebrica pagatale da Murray per i ricavi della prima edizione di Emma (221 sterline, 6 scellini e 4 pence) e le perdite per la seconda edizione di Mansfield Park (182 sterline, 8 scellini e 3 pence). Il totale dei guadagni letterari di JA nel corso della sua vita fu quindi pari a circa 685 sterline.
Per quanto riguarda il modo in cui JA spendeva i suoi soldi, abbiamo anche in questo caso un suo manoscritto: due fogli di un taccuino, conservate nella Pierpoint Library di New York (l’immagine è tratta da un articolo di Patrick Piggott, “Jane Austen’s Southampton Piano”, in: Collected Reports of the Jane Austen Society 1976-1985, The Jane Austen Society, 1989,. pag. 147).
Nel 1806 JA ricevette, come la sorella Cassandra, un lascito di cinquanta sterline da una certa Mrs. Lillingstone, che faceva parte a Bath della cerchia di amicizie dei Leigh-Perrot (il fratello di Mrs. Austen e la moglie), e in questo documento abbiamo una lista completa delle spese del 1807, quando JA viveva a Souhampton, che inizia con un importo di 50 sterline e 15 scellini ed elenca spese per 44 sterline, 10 scellini e 6 pence, con una rimanenza di 6 sterline, 4 scellini e 6 pence. È interessante scorrere questo elenco, per capire quale fosse il tipo di spese che sosteneva e in che misura incidessero sul suo bilancio le varie voci riportate:
Come si vede, le spese maggiori furono per l’abbigliamento e il bucato (insieme formano più della metà della somma totale), seguite da regali, carità e costi della corrispondenza, con il piccolo lusso dell’affitto di un pianoforte; seguono poi un viaggio (in quell’anno i viaggi furono due; il primo a settembre Chawton con la madre e la sorella, nel periodo in cui c’era Edward, e l’altro alla fine dell’anno con Cassandra a Manydown dalle loro amiche Bigg), gite e teatro (a gennaio c’era stata una gita in traghetto nella baia di Southampton, seguita probabilmente da una serata a teatro), le mance alla servitù, le elemosine in chiesa, un taccuino (con tutta probabilità quello che comprendeva le due pagine dell’elenco) e da ultimo le medicine (evidentemente quell’anno JA non ebbe problemi di salute). Nell’elenco c’è una piccola incongruenza: nella prima pagina appare un totale di 42/4/8, mentre nella pagina successiva ritroviamo un importo di 43/16/6 accanto alla soma iniziale (50/15/-); la differenza è 1/11/10, che ho riportato come “spesa imprecisata”.
Un’ultima domanda: qual era il rapporto di JA con i soldi? Un piccolo indizio è nel brano della lettera all’inizio (Edward era il fratello di Fanny, entrambi figli di Edward Austen, poi Knight), ma ce ne sono altri, che rivelano come la nostra non fosse affatto priva di senso pratico, come d’altronde dimostrano le sue opere:
P. & P. è venduto. – Egerton lo paga 110 sterline. – Avrei voluto averne 150, ma non potevamo essere entrambi soddisfatti, e non sono affatto sorpresa che abbia preferito non rischiare troppo. – Spero che la vendita risparmi un bel po’ di Fastidi a Henry, e quindi per me è la benvenuta.
(Lettera del 29 novembre 1812 a Martha Lloyd)
Walter Scott non ha il diritto di scrivere romanzi, specialmente belli. – Non è giusto. – Ha abbastanza Fama e Profitti come Poeta, e non dovrebbe togliere il pane di bocca agli altri.
(Lettera del 28 settembre 1814 a Anna Austen)
Sono molto avida e voglio ricavarci il più possibile; – ma dato che tu sei così al di sopra dei problemi di soldi, non ti annoierò con i particolari.
(Lettera del 18/20 novembre 1814 a Fanny Knight)
È arrivata la Lettera di Mr Murray; è una Canaglia ovviamente, ma una canaglia cortese. Offre 450 sterline ma vuole che vi siano inclusi i diritti di MP e S&S.
(Lettera del 17/18 ottobre 1815 a Cassandra Austen. Con Murray erano in corso le trattative per Emma, che uscirà a dicembre di quell’anno – con la data 1816. Lo stesso editore pubblicherà anche la seconda edizione di Mansfield Park e i due romanzi postumi: Northanger Abbey e Persuasion.)
Io ho appena ricevuto quasi venti sterline per la 2ª Ediz. di S&S- il che mi ispira questo fine impeto di Ardore Letterario.
(Lettera del 14 marzo 1817 a Caroline Austen)
Insomma, la parte finanziaria della letteratura, l’attenzione degli editori ai risvolti economici, non sono invenzioni dei tempi moderni. Anche allora non si scriveva e non si pubblicava soltanto per la gloria.
Dal 2009 al 2013 ha tradotto tutte le opere e le lettere di Jane Austen, raccolte nel sito jausten.it. Ha scritto due biografie di Jane Austen: Jane Austen si racconta (Utelibri, 2012) e In Inghilterra con Jane Austen (Giulio Perrone Editore, 2022). Nel 2015 ha curato e tradotto Lady Susan e le altre (Elliot), una raccolta di romanzi e racconti epistolari di Jane Austen. Nel 2017, in occasione del bicentenario della morte di Jane Austen, ha curato tre volumi editi da Elliot: Juvenilia, Ricordo di Jane Austen e altre memorie familiari (di James Edward Austen Leigh) e I Janeites (di Rudyard Kipling), oltre a un’antologia delle lettere pubblicata da “La biblioteca di Repubblica-L’Espresso”, comprendente anche l’incompiuto Sanditon.