Come comincia? Gli incipit di Jane Austen

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Snoopy non poteva trovare modo migliore per cominciare, visto che il famoso “Call me Ishmael” di Moby Dick  è uno degli esempi più famosi e citati di incipit che si scolpiscono nella memoria del lettore.
Gli incipit sono un po’ i gesti di benvenuto di una narrazione, la porta d’ingresso che oltrepassiamo per addentrarci poi nel libro, nel racconto che lo scrittore ha estratto da un mondo “dato in blocco, senza un prima né un poi”, come scrive Italo Calvino nell’Appendice alle sue Lezioni americane:

Fino al momento precedente a quello in cui cominciamo a scrivere, abbiamo a nostra disposizione il mondo, una somma di informazioni, di esperienze, di valori – il mondo dato in blocco, senza un prima né un poi, il mondo come memoria individuale e come potenzialità implicita; e noi vogliamo estrarre da questo mondo un discorso, un racconto, un sentimento: o forse più esattamente vogliamo compiere un’operazione che ci permetta di situarci in questo mondo. Abbiamo a disposizione tutti i linguaggi: quelli elaborati dalla letteratura, gli stili in cui si sono espressi civiltà e individui nei vari secoli e paesi, e anche i linguaggi elaborati dalle discipline più varie, finalizzati a raggiungere le più varie forme di conoscenza: e noi vogliamo estrarne il linguaggio adatto a dire ciò che vogliamo dire, il linguaggio che è ciò che vogliamo dire.

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Due passi per Austenland: Sotherton o Stoneleigh?

L’immaginazione di Fanny si era preparata per qualcosa di più grandioso di una semplice sala ampia e oblunga, fornita del necessario per le devozioni, senza nulla di più eccitante o di più solenne della profusione di mogano, e di cuscini di velluto purpureo sui parapetti della galleria riservata alla famiglia nella parte alta.
(Mansfield Park, cap. 9)

La gita a Sotherton Court, la residenza di Mr. Rushworth in Mansfield Park, che occupa due interi capitoli del romanzo (9 e 10, oltre alla fine del capitolo 8), contiene uno dei passaggi più interessanti del romanzo, quello dove vengono descritte le schermaglie tra i vari gruppi in cui si divide la compagnia durante la passeggiata nel parco. All’inizio è esplicitamente messa in evidenza la suddivisione simmetrica dei nove personaggi in tre gruppi di tre (Fanny/Edmund/Mary Crawford – Maria/Henry Crawford/Mr. Rushworth – Julia/Mrs. Norris/Mrs. Rushworth), in ciascuno dei quali sono presenti amori e malumori, per poi mescolare le carte con separazioni e ricongiungimenti perfettamente calcolati per essere funzionali al gioco tra le parti. Uno schema molto settecentesco, in cui alla razionalità della suddivisione simmetrica si unisce l’intrecciarsi di sentimenti diversi, che di volta in volta uniscono e dividono i personaggi nei, e tra, i diversi gruppi.

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Due passi per Austenland: Le Assembly Rooms di Bath

Nel leggere L’Abbazia di Northanger, si sente parlare con gran fervore ed entusiasmo delle due Assembly Rooms di Bath (1), le Upper Rooms e le Lower Rooms.
Il lettore comune, chi legge Jane Austen per la prima volta o non sia pratico di Bath, è spinto erroneamente a credere che esse si trovassero in un unico edificio: il loro nome fa pensare, infatti, a sale collocate al piano superiore e inferiore di una stessa costruzione.

Assembly Rooms, Bath
Assembly Rooms, Bath

Questa erronea convinzione, poi, sembra essere confermata in una cittadina come Bath – in cui pochissimo è cambiato dall’epoca di Jane Austen – dall’esistenza di un unico edificio, costituito di “una grande serie di appartamenti che si aprono l’uno nell’altro”. Quel che instilla il seme del dubbio è la collocazione di tali appartamenti “tutti su un livello con il cortile lastricato esterno”. (2)

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Due passi per Austenland: Godmersham Park

Sono tutta sola. Edward se n’è andato nei suoi Boschi. – In questo momento ho cinque Tavoli, Ventotto Sedie e due caminetti tutti per me.

È il 3 novembre del 1813, e Jane Austen sta scrivendo alla sorella Cassandra da Godmersham Park, la residenza nel Kent del fratello Edward, che dall’anno precedente non si chiamava più Austen ma Knight, il cognome del lontano parente che lo aveva adottato da bambino. Le parole di JA sulle sedie, i tavoli e i caminetti a sua disposizione ci forniscono una descrizione concisa ma puntuale delle sue sensazioni nel ritrovarsi in quella casa così lussuosa, così diversa dal cottage di Chawton dove le Austen risiedevano dal 1809.

Godmersham Park: facciata anteriore
Godmersham Park: facciata anteriore

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Due passi per Austenland: Lyme Regis

All’inizio del capitolo XIII di Jane Austen: i luoghi e gli amici, Constance Hill racconta della vacanza che Jane e i genitori trascorsero a Lyme Regis nel 1804. Il tragitto compiuto dagli Austen, che “provenendo da Bath attraversarono […] Shepton Mallet, Somerton e Crewkerne” è lo stesso che io ho avuto la fortuna di percorrere più di duecento anni dopo, e su una carrozza fornita di motore, partendo da Bristol. Attraversare il Somerset per raggiungere il Dorset in una giornata d’estate è una delle esperienze più suggestive che possano toccare a un visitatore: la campagna inglese, brillante sotto il sole, punteggiata dai batuffoli candidi delle pecore, traboccante di fiori e decorata dai cottage civettuoli con i tetti di paglia è uno spettacolo per tutti e cinque i sensi.

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Due passi per Austenland: Jane Austen: i luoghi e gli amici di C. Hill, ed. Jo March, a cura di JASIT

Mary Constance Hill - Jane Austen: i luoghi e gli amici

Il prossimo 16 dicembre, tutto il mondo si prepara a festeggiare il compleanno di Jane Austen. In questo 2013, che ci ha già regalato un altro compleanno austeniano di massima importanza, il Bicentenario della pubblicazione di Orgoglio e pregiudizio, vi proponiamo di festeggiarlo con una novità editoriale in cui tutti noi co-fondatori di JASIT siamo direttamente coinvolti.
Grazie alla collaborazione con Jo March Agenzia Letteraria, JASIT vi presenta Jane Austen: i luoghi e gli amici di Constance Hill, una biografia in forma di diario di viaggio che uscirà proprio il 16 dicembre, in omaggio alla geniale scrittrice di cui si celebrano i 238 anni dalla nascita.

Si tratta di una biografia davvero originale e molto piacevole da leggere perché è frutto del lavoro di Constance Hill e sua sorella Ellen che, prima di essere rispettivamente scrittrice e illustratrice, sono innanzitutto due ferventi ammiratrici di Jane Austen  che un giorno del 1901 decidono di partire per un pellegrinaggio letterario, armate di penna e matita e di molta curiosità, alla ricerca delle tracce terrene della loro autrice preferita.

Fin dalle prime righe, si percepisce chiaramente che a raccontare questa esperienza sono proprio “due di noi”, animate dal piacere della scoperta sul campo ma anche dallo scrupolo di seguire con precisione i passi della loro beniamina. Non a caso, a indicare loro la strada, dal natio Hampshire all’ultima dimora a Winchester, Constance Hill prende a riferimento le Lettere e le opere di Jane ma anche la “madre di tutte le biografie” austeniane, cioè quel Ricordo di Jane Austen che il nipote James Edward Austen-Leigh diede alle stampe nel 1870, portando finalmente in piena luce la figura della grande scrittrice rimasta, fino a quel momento, avvolta nell’ombra del più stretto riserbo.

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