Raccontateci i vostri “Ricordi di viaggio in Austenland” – Speakers’ Corner n.3

Speakers' Corner JasitCare lettrici e cari lettori,
(o forse dovremmo dire “viaggiatrici e viaggiatori”…)
nel corso di questa stagione estiva abbiamo ricevuto numerose testimonianze di viaggi compiuti nei luoghi di Jane Austen (Chawton, Winchester, Bath, Londra…), che ci hanno ispirato questo appuntamento di fine estate con lo Speakers’ Corner, la sala virtuale di jasit.it in cui offriamo a tutti coloro che lo desiderano la possibilità di esprimersi su temi austeniani specifici.
In questa terza edizione, vi invitiamo a condividere con tutti noi le vostre foto ed i vostri pensieri sulle visite che avete compiuto ai luoghi della vita e dell’opera di Jane Austen.
Il titolo del nostro Speakers’ Corner, infatti, è:

Ricordi di viaggio in Austenland

Come partecipare?
Ispirandovi al tema proposto, scrivete un testo non superiore alle 1000 parole. Potete inviare anche fino a un massimo di tre foto (dimensioni: largh. max 600 pixel; peso di ogni file non superiore a 400 kb). Il viaggio non deve essere necessariamente avvenuto quest’anno, quindi potete raccontare esperienze avvenute in passato.

Inviate i vostri diari di viaggio entro il 6 settembre 2015 all’indirizzo:

jasit.speakerscorner@gmail.com

Saranno pubblicati in questo sito a partire dalla settimana successiva e condivisi sui nostri canali sociali, come di consueto.

Rimettete mano ai vostri diari di viaggio, alle tante foto che di certo avete scattato e, soprattutto, alle tante, variegate suggestioni che la vostra mente ha registrato durante questi soggiorni e raccontateci la vostra esperienza di viaggio in Austenland.
Buona scrittura (e buon viaggio) a tutte/i!

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Accadde ad agosto… nella vita di Jane Austen

Una veduta di Lyme Regis

Agosto è il cuore della stagione estiva e per noi, donne e uomini di oggi, rappresenta la pausa per eccellenza, il periodo, cioè, in cui le attività consuete che caratterizzano l’intero anno rallentano a favore di ritmi più lenti o vengono messe da parte per lasciare più spazio alle attività del tempo libero, dello svago, dei viaggi – in breve: alle vacanze.
Ai tempi di Jane Austen, in un’epoca, quella tra fine Settecento e inizio Ottocento, in cui solo la classe sociale più bassa lavorava per vivere (con poche, rarissime eccezioni faticosamente tollerate, per alcuni mestieri della classe media, come ben ci insegna la stessa Jane Austen, con i suoi curati, commercianti, avvocati, militari e istitutrici o governanti), non esisteva un vero e proprio periodo di vacanza.
Ai primi accenni di caldo, chi se lo poteva permettere abbandonava le città per rifugiarsi in campagna o in località di mare o termali (alcune, come Brighton o Bath, erano molto di moda). Di certo, la bella stagione rendeva più facili gli spostamenti per recarsi in visita a parenti e amici o per compiere qualche viaggio alla scoperta delle bellezze paesaggistiche o architettoniche del paese. È chiaro che non si trattava di abitudini di massa, come oggi, ed essenzialmente il mese di agosto era un mese come gli altri.

Mentre ci prepariamo ad affrontare questo “mese spartiacque”, con il Ferragosto che svuoterà le nostre città e renderà tutto quasi immobile in attesa della ripresa del mese di settembre, vi propongo di dare un’occhiata alla vita di Jane Austen per scoprire come lo ha trascorso e quali eventi lo hanno segnato nel corso degli anni, tra vicende familiari e lavoro di scrittura.

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Le strane cugine

Un articolo dalla rivista “Persuasions On-Line” della Jane Austen Society of America, nel quale Christine Kenyon Jones ci racconta la storia di Dido Elizabeth Bell e del prozio, il giudice capo della corte suprema inglese Lord Mansfield, intrecciando le vicende reali con possibili influenze sulla composizione di Mansfield Park.

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Le strane cugine: Mansfield Park e la famiglia Mansfield
di Christine Kenyon Jones
V.31, NO.1 (Winter 2010)

In questo articolo sono presi in esame i possibili legami tra un ritratto di due membri della famiglia del famoso giudice del diciottesimo secolo, Lord Mansfield, (1) e il romanzo Mansfield Park di Jane Austen. L’ipotesi è che il ritratto di cugine “diverse”, nel contesto della tratta degli schiavi, possa aver influenzato il modo in cui Austen ha trattato questi argomenti nel romanzo.

Ritratto di Dido Elizabeth Bell e Lady Elizabeth Murray
Ritratto di Dido Elizabeth Bell e Lady Elizabeth Murray

Dipinto negli anni ’70 del Settecento da un artista sconosciuto, il ritratto raffigura due nipoti di Lord Mansfield, Lord Chief Justice of England dal 1756 al 1788. A destra, Lady Elizabeth Murray, figlia del nipote ed erede di Lord Mansfield, il settimo Visconte Stormont. Lady Elizabeth era nata nel 1760 ed era stata cresciuta da Lord Mansfield e dalla moglie dopo la morte della madre quando lei era una bambina. Dido Elizabeth Bell, a sinistra, era la figlia illegittima di un altro nipote di Lord Mansfield, il capitano John Lindsay e di una donna nera probabilmente schiava, Maria Bell. Dido era nata nel 1761 ed era stata cresciuta da Lord e Lady Mansfield fin dall’infanzia. Le ragazze sono ritratte a Kenwood, proprietà di Lord Mansfield a Hampstead, a nord di Londra, e nell’angolo in basso a sinistra si può vedere la famosa veduta da Kenwood della cattedrale di Saint Paul. Il quadro è ora nello Scone Palace, a Perth, in Scozia, ma è stato a Kenwood nel 2007 in occasione di una mostra per celebrare il bicentenario dell’abolizione della schiavitù in Gran Bretagna. (“Slavery and Justice”).

Ci sono diverse cose che legano il quadro a Jane Austen. La prima è la ben nota ipotesi che il titolo Mansfield Park si riferisca a Lord Mansfield e alla sua famosa sentenza del 1772, nella quale venne stabilito che un imputato nero, James Somerset, non potesse essere fatto uscire dall’Inghilterra contro la sua volontà per essere riportato in schiavitù nella colonia della Virginia. (2) “Lo stato di schiavitù […] è talmente disgustoso”, stabilì Mansfield, che “quali che siano i fastidi […] che dovessero scaturire da questa decisione, non posso affermare che ciò sia permesso o approvato dalla legge inglese, e quindi, il nero dev’essere liberato (White 1).

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“Proprio quando cominciava a sentire fiducia nel successo”. In ricordo di Jane Austen

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Jane Austen a Winchester – A sinistra, la casa di College Street n.8; a destra, la navata nord della cattedrale in cui si trova la tomba.

Il 18 luglio del 1817, alle 4 e mezza del mattino, Jane Austen muore dopo una lunga malattia (a tutt’oggi sconosciuta e ancora frutto di molte ipotesi).
I sintomi si erano manifestati già durante l’anno precedente, come testimoniano alcune lettere, ma si erano acuiti drasticamente nella primavera, tanto che la sorella Cassandra decise di portare Jane a Winchester dove, nell’appartamento in affitto al numero 8 di College Street, avrebbe potuto avere più facilmente le cure del Dott. Lyford, medico di grande fama che era già intervenuto a Chawton.

Oggi, desideriamo rendere omaggio alla donna e all’artista Jane Austen con l’aiuto di due testimoni di eccezione, che ci accompagneranno in questa giornata di commemorazione: la nipote Caroline Austen e la scrittrice Virginia Woolf.

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Mary Musgrove: deus ex-machina in Persuasione

Nel corso del Jane Austen Book-Club del 14 febbraio 2015, durante la discussione di Persuasione, sono intervenuta a favore di quello che è per me un personaggio fondamentale del sesto romanzo di Jane Austen – tra parentesi, il mio preferito –, ovvero Mary Elliot Musgrove.
Basandomi sulle linee guida che avevo appuntato in quell’occasione, ho cercato di ricostruire il mio intervento per coloro che non erano presenti nell’Auditorium Enzo Biagi della Biblioteca Salaborsa a Bologna in quella data.

Mary Musgrove: deus ex-machina in Persuasione

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Sophie Thompson – Mary Musgrove in Persuasion 1995

Mary Musgrove, l’ipocondriaca ed egocentrica sorella di Anne Elliot è spesso sottovalutata, considerata sovente un personaggio fastidioso, una persona noiosa e irritante, da tollerare a stento nel corso della lettura.

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Due storie di mare

Forse perché la luminosa prospettiva di servire nella Marina e di condurre una vita avventurosa era un’ambizione per molti uomini che vivevano in città come Portsmouth o Plymouth – sta di fatto che i meridionali si rassegnavano più docilmente all’oppressione della coscrizione obbligatoria di quanto facessero le popolazioni del Nord-Est (1).

copertina SylviaLa romanziera vittoriana Elizabeth Gaskell aveva molto a cuore le differenze antropologiche e sociologiche tra il Nord e il Sud del suo Paese. Se il suo Nord e Sud (1855) dà a questo contrasto un ruolo addirittura eponimo, anche la Vita di Charlotte Brontë (1857) e Gli innamorati di Sylvia (1863) dimostrano una grande attenzione per l’aspetto storicista di una narrazione – ovvero la presentazione di un racconto e dei suoi personaggi come il necessario risultato delle influenze esercitate su di loro dal luogo e dal momento storico. Il passo citato all’inizio fa riferimento alla leva militare obbligatoria istituita nel corso delle guerre napoleoniche per ovviare alla scarsità di uomini nelle fila della Marina britannica: Gaskell fa di questo episodio storico il perno delle vicende narrate in Gli innamorati di Sylvia, e la diversità di reazione che viene individuata fra i cittadini settentrionali e quelli meridionali mi ha fatto tornare in mente due storie di mare, per certi versi simili eppure fondamentalmente differenti, narrate dai due marinai che sono i protagonisti, rispettivamente, di questo romanzo storico di Elizabeth Gaskell e di Persuasione di Jane Austen: Charley Kinraid e Frederick Wentworth.

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