Traduciamo oggi un articolo tratto da Persuasions online #20 del 1999:
Austen and “the Advantage of Height” di JEAN E. GRAHAM, una riflessione sul legame che intercorre tra questa caratteristica fisica e i personaggi austeniani.
Jane Austen e i “Vantaggi dell’altezza”
In Ragione e sentimento, Marianne Dashwood è più avvenente della sorella Elinor, malgrado la carnagione delicata, lineamenti regolari, e una figura estremamente graziosa di quest’ultima; Marianne era ancora più bella. Il fisico, benché non così armonioso come quello della sorella, aveva il vantaggio della statura, e colpiva di più. (Ragione e sentimento, cap. 10)
Come è stato notato da Carol Shields, la descrizione fisica in Jane Austen è tipicamente “minimalista” [Shields, Carol. “Jane Austen: Images of the Body: No Fingers, No Toes.” Persusasions 13 (1991)], cosicché la nostra attenzione è attratta da quei passaggi che rompono il silenzio con una descrizione fisica. Tali dettagli contribuiscono in maniera significativa allo sviluppo del personaggio, come Mark M. Hennelly Jr., Lori Hope Lefkovitz e Robyn Warhol hanno notato nelle loro discussioni riguardo al modo di guardare e percepire in Jane Austen. Anche le descrizioni dell’altezza servono da guida per la caratterizzazione dei personaggi.
Nella Austen, la statura serve a indicare status, eleganza e capacità di attrarre potenziali compagni di pari altezza e situazione sociale. L’altezza è leggermente meno attendibile, ma viene utilizzata talvolta come indice di statura morale. Nelle sue opere il “vantaggio dell’altezza” trascende il genere, dal momento che serve a mettere in rilievo sia dame eleganti che bei gentiluomini. Sebbene gli altri scrittori del diciottesimo secolo e del periodo Regency elogiassero gli eroi e le eroine dei loro romanzi per l’altezza, l’enfasi sulla statura fisica in Jane Austen è insolita. È possibile che la Austen favorisse i personaggi alti perché lei stessa e il suo fratello preferito, Henry, erano entrambi alti. Claire Tomalin cita tre commenti di contemporanei che descrivono Jane Austen come alta e slanciata; Henry la considerava di “media altezza”, ma solo perché era alto sei piedi (1,83) [Tomalin, Claire. Jane Austen: A Life. New York: Knopf, 1997.]
L’altezza in Jane Austen è quasi sempre utilizzata come termine di paragone tra due personaggi. Così, in Persuasione, il capitano Wentworth supera in altezza il compagno ufficiale Benwick [Lefkovitz, Lori Hope. The Character of Beauty in the Victorian Novel. Ann Arbor: U Michigan Research P, 1987, 1984].
In Orgoglio e pregiudizio sappiamo che Mr. Darcy ha una figura alta e raffinata, mentre a quanto pare non vale la pena menzionare la statura di Mr. Bingley [Orgoglio e pregiudizio cap. 3]. L’altezza superiore di Mr. Darcy evidenzia una nascita e un patrimonio più elevati e anche una personalità più forte. Sebbene Mr. Bingley indulga nell’ironia quando afferma che le interazioni tra amici sono determinate in larga misura dalle rispettive altezze e corporature, in quel momento sta anche descrivendo con accuratezza l’influenza dell’aspetto, in particolare dell’aspetto di un tipo così alto come Mr. Darcy. [Orgoglio e pregiudizio, cap. 10]
In modo analogo, Emma Woodhouse è influenzata dalla figura alta, salda, diritta di Mr. Knightley, che contrasta a suo vantaggio con le forme corpulente e alle spalle cadenti degli uomini anziani in Emma [Emma, cap. 38]. La comunità di Highbury sembra concordare con Emma nell’approvare che sia la persona e l’aspetto di Mr. Knightley, così come la sua posizione sociale, giustifichino il suo modo di fare diretto, deciso, imperioso. [Emma, cap. 4]
Nel mondo dei romanzi di Jane Austen, l’altezza non è una caratteristica di genere: per una donna essere alta non solo è accettabile, ma anche un ovvio vantaggio. Lydia Bennet vanta la sua statura, insinuando che attrarrà più corteggiatori [Orgoglio e pregiudizio, cap. 2], e disprezza Mary King dicendo che è uno sgorbietto lentigginoso [Orgoglio e Pregiudizio, cap. 39]. Caroline Bingley attira l’attenzione sull’altezza di Georgiana Darcy in modo positivo, cercando di suscitare elogi sul suo aspetto da Mr. Darcy: «Miss Darcy è cresciuta molto da questa primavera?» disse Miss Bingley; «sarà alta quanto me?». La risposta di Mr. Darcy, spostandosi in fretta da Miss Bingley all’altezza di una donna il cui aspetto lo interessa molto di più, suggerisce anche che l’altezza in una donna è attraente o almeno indifferente: «Credo che ci arriverà. Ora è circa dell’altezza di Miss Elizabeth Bennet, o un po’ più alta.» [Orgoglio e pregiudizio, cap. 8]
L’alta Emma, con la sua figura così salda e diritta [Emma, cap. 5] vede la bassa, paffuta e bionda Harriet Smith [Emma, cap. 3] come portatrice di un genere di bellezza particolarmente ammirabile, eppure nel suo disegno Emma “migliora” l’altezza di Harriet: Aveva intenzione di aggiungere qualche miglioramento alla figura, per renderla un po’ più alta, e notevolmente più elegante. [Emma, cap. 6]
A eccezione di Mary Crawford in Mansfield Park le donne basse non sono eleganti per Jane Austen. Come per i personaggi maschili, l’altezza spesso indica la classe del personaggio femminile: Harriet è bassa, Emma Woodhouse e Lady Catherine de Bourgh sono alte [Orgoglio e pregiudizio, cap. 29].
I personaggi stessi tendono a essere consapevoli delle differenze fisiche, sebbene non sempre con la generosità di Emma nel voler “migliorare” l’altezza di Harriet. Nella parodia giovanile Lesley Castle, Lady Lesley descrive le figliastre Matilda e Margaret Lesley come “ragazze troppo cresciute”, «Gigantesse Scozzesi» nelle cui «figure tremendamente deprimenti» non riesce a trovare «la minima eleganza». Eppure, commenta, «saranno molto utili per farmi risaltare nel contrasto». Margaret sembra essere analogamente soddisfatta quando si lamenta della bassa statura della matrigna: «C’è qualcosa di estremamente poco maestoso nella sua figura minuscola, tale da renderla in confronto all’elegante altezza di Matilda e Me, una Nanetta insignificante». L’ugualmente faziosa Mrs. Marlowe considera se stessa (e la sua amica Miss Luttrell) come un giusto mezzo rispetto alle Lesley: «Sono certa che sarete d’accordo con me nel dire che nessuna di loro abbia l’altezza giusta per una vera Bellezza, una volta saputo che due di loro sono più alte e l’altra più bassa di noi».[Jane Austen, Juvenilia – Lesley Castle].
In modo analogo, in Mansfield Park le alte sorelle Bertram guardano dall’alto Fanny in ogni modo possibile, concedendo invece a Mary Crawford di essere un soddisfacente contrasto: Erano troppo belle per non gradire un’altra donna che lo fosse altrettanto, e ne restarono affascinate quasi come i fratelli, per quegli occhi scuri e vivaci, la carnagione bruna e delicata e la generale eleganza. Se fosse stata alta, formosa, e bionda, ci sarebbe stato più da ridire; ma così come stavano le cose, non c’era la possibilità di fare confronti, e lei fu benignamente accettata come una ragazza dolce e graziosa, mentre loro erano le più belle signorine dei dintorni. [Mansfield Park, cap. 5].
D’altro canto, la relativa altezza di uomini e donne viene lasciata imprecisata, sebbene le donne alte tendano ad attrarre uomini alti. È rilevante che la figura così salda e diritta di Emma sia descritta con gli stessi termini della figura alta, salda, diritta di Mr. Knightley. Lady Lesley che, a giusta ragione, suppone che il fratello William si stia innamorando di una delle Miss Lesley, contraddice la sua precedente affermazione che gli opposti si attraggono: «Non c’è nulla che odio di più di una Donna alta: ma d’altronde non c’è nessuna spiegazione per i gusti di certi uomini e dato che William è lui stesso alto quasi un metro e ottanta, non c’è da meravigliarsi del fatto che abbia un debole per quell’altezza.» [Juvenilia – Lesley Castle].
Sotto questo aspetto, Miss Lesley somiglia alla sorella del giudice Western in Tom Jones di Fielding, una signora che non affascina nessuno: La sua figura mascolina, alta quasi sei piedi (1,83 m)… forse impediva all’altro sesso di considerarla… come donna [Fielding, Henry. Tom Jones, cap. 2]. Di fatto, le donne alte sono più numerose e più femminili nei romanzi di Jane Austen che nei suoi predecessori, con la possibile eccezione di Smollett. Le donne che l’hanno preceduta nello scrivere romanzi sono state particolarmente vaghe riguardo alla statura fisica. In Sir Grandison di Richardson, Harriet Byron è un po’ più alta della media. [Richardson, Samuel. The History of Sir Charles Grandison, Lettera II]. “L’eroina designata” di Tom Jones, Sophia Western, è una donna di media altezza tendente più verso l’alto [Fielding Henry. Tom Jones, Libro IV, cap. 2]. Le altre eroine di Richardson e di Fielding, se non basse, non sono tuttavia più alte di queste due. Al contrario, Roderick Random di Smollett ama una donna di nome Narcissa, di alta statura e di forma ineccepibile. [Smollett, Tobias. The Adventures of Roderick Random, cap. 39]. Il conte Ferdinand Fathom rimane ammutolito dall’ammirazione per l’alta e deliziosa Monimia [Smollett, Tobias. The Adventures of Ferdinand Count Fathom, cap. 44], e Peregrine Pickle è attratto dall’alta e squisitamente modellata Emilia Gauntlet [Smollett, Tobias. The Adventures of Peregrine Pickle, cap. 17]. I romanzi di Fanny Burney, Anne Radcliffe e Charlotte Smith, d’altro canto, presentano protagonisti di bell’aspetto ed eroine amabili di altezza indefinita. Vi è un’eccezione in Camilla di Fanny Burney, con una figura alta e singolare [Burney Fanny. Camilla, Or, a Picture of Youth, Volume 1, cap. 6]; comunque Eugenia, la sorella di Camilla, sposa un uomo che vede al di là della sua figura striminzita e delle cicatrici del vaiolo: Laddove si guardava l’espressione del volto, si dimenticava la carnagione; mentre si ascoltava la sua voce, la sua figura passava inosservata; quando si conoscevano le sue virtù, queste sembravano essere solamente accresciute dalle disgrazie personali [Burney Fanny. Camilla, Or, a Picture of Youth. Volume V, Book X, cap. XIV]
Sebbene la Austen metta in evidenza l’altezza più degli autori dei romanzi che lei stessa leggeva, chiaramente è d’accordo con Melmond, il corteggiatore di Eugenia, che le virtù morali superino quelle puramente fisiche. Come replica Anne Elliot a Elizabeth in Persuasione, «È difficile che ci sia un qualche difetto fisico […] che modi gradevoli non possano man mano far accettare.» [Persuasione, cap. 5]. Così Edward Ferrars, che non si contraddistingueva per particolari doti nell’aspetto o nel comportamento, sembra essere di altezza media: «ha un aspetto che non colpisce» osserva Marianne; comunque, il suo cuore aperto e affettuoso e la sua intelligenza [Ragione e sentimento, cap. 3] presto fanno cambiare a Elinor opinione sul suo aspetto: «Al momento, lo conosco così bene, che credo sia davvero bello; o, almeno, quasi bello.» [Ragione e sentimento, cap. 4].
In modo analogo, l’atteggiamento di Mr. Bingley crea una prima impressione migliore di quella di Mr. Darcy, malgrado il patrimonio di quest’ultimo e la sua figura alta e raffinata, i bei lineamenti e il portamento nobile [Orgoglio e pregiudizio, cap. 3].
Le opere di Jane Austen sono piene di gentiluomini come il colonnello Brandon, il cui aspetto scialbo viene scusato da un’apparenza e un comportamento signorile: ma il suo viso, benché non bello, aveva un’espressione intensa, e modi particolarmente distinti. [Ragione e sentimento, cap. 7].
In molti casi, comunque, avere l’aspetto di un gentiluomo diventa sinonimo di altezza sopra la media. Cosicché John Knightley è un uomo alto, signorile e molto intelligente [Emma, cap. 11]; Henry Tilney, sebbene non proprio bello è un giovanotto molto distinto e piuttosto alto [L’Abbazia di Northanger, cap. 3].
Ma anche se Edward Ferrars e Mr. Bingley non sono alti, nessun gentiluomo in Jane Austen è basso.
Proprio come gli eroi di Jane Austen non sono immuni da un viso grazioso o da un paio di begli occhi, neanche le eroine ignorano un profilo avvenente o un’alta figura. Elizabeth Bennet crede a Mr. Wickham (che, come Mr. Bingley, sembra non avere un’altezza ragguardevole) perché la verità gli si leggeva negli occhi [Orgoglio e pregiudizio, cap. 17] e crede che sia più bello che mai mentre le racconta di torti che, in apparenza, gli sono stati fatti [Orgoglio e pregiudizio, cap. 16]. [Morgan, Susan. In the Meantime: Character and Perception in Jane Austen’s Fiction. Chicago: UCP, 1980.]
Analogamente, l’altezza del generale Tilney serve a trarre in errore Catherine Morland: Che fosse estremamente amabile e di buon carattere, e nel complesso un uomo molto affascinante, non c’era alcun dubbio, poiché era alto e bello, e padre di Henry. [L’Abbazia di Northanger, cap. 16]. L’errore di Catherine sta nel mettere sullo stesso piano il fascino con l’altezza, poiché, come per gli altri personaggi, l’altezza del generale Tilney è un aleatorio indicatore di statura morale. Carol Shields commenta: «Talvolta i riferimenti fisici vanno di pari passo con l’introspezione psicologica e quindi guadagnano consistenza.» [Shields, Carol. “Jane Austen: Images of the Body: No Fingers, No Toes.” Persusasions 13 (1991)]. La Shields cita l’altezza aumentata di Harriet in Emma come una crescita fisica che rispecchia la maturazione emozionale. Sebbene non sia una costante in Jane Austen, un tale accostamento tra aspetto fisico e realtà è più che occasionale.
Nell’esempio più eclatante in cui si giudica in base all’altezza, l’esplosione di Mr. Rushworth riguardo a Mr. Crawford è risibile ma perspicace, poiché la statura morale di Crawford è di scarso valore quanto quella fisica: «Nessuno può chiamare bello un uomo talmente basso. Non arriva nemmeno a un metro e settantacinque. Non mi stupirei se non arrivasse nemmeno a un metro e settanta.» [Mansfield Park, cap. 10]; «Non dico che non sia una persona distinta, tutto considerato; ma dovreste dire a vostro padre che non arriva a un metro e settanta, altrimenti si aspetterà un bell’uomo.» [Mansfield Park, cap. 19]. L’altezza di Mr. Rushworth è simbolo della sua solida moralità ma lui, come Mr. Collins, è un giovanotto tarchiato, con nulla di più di un comune buonsenso. [Mansfield Park, cap. 4]
In contrasto con i Crawford dalla risicata statura morale, e come Emma Woodhouse e Mr. Knightley, Edmund è alto e retto. La sua altezza e i suoi modi fanno impressione su Miss Crawford, che scrive a Fanny da Londra: «I miei amici sono rimasti molto colpiti dal suo aspetto distinto. Mrs. Fraser (non un cattivo giudice) afferma di non conoscere nemmeno tre uomini a Londra che abbiano un personale, un’altezza e un’aria così piacevoli». Le rimostranze di Fanny svalutano l’enfasi superficiale del commento di Mary Crawford: Una donna che riusciva a parlare di lui… parlando solo del suo aspetto!. [Mansfield Park, cap. 43]. Sebbene sia utile a dare all’altezza il suo giusto valore, il commento di Fanny non nega in alcun modo l’aspetto superiore di Edmund, o il legame tra la sua statura e il suo carattere. Dopotutto, diversamente da Mary Crawford, Fanny è a sua volta cresciuta un po’ nel corso del romanzo. Come dichiara con entusiasmo Henry Crawford per giustificare la propria attrazione per Fanny, «L’aria, i modi, il suo tout ensemble è migliorato in modo così incredibile! Dev’essere cresciuta di almeno cinque centimetri, da ottobre.» [Mansfield Park, cap. 24].
[L’autrice di questo articolo, che è alta 5 piedi e 6 pollici (1,67 m) desidera ringraziare il suo collega e compagno Janeite alto 6 piedi e 1 pollice (1,85 m), Jim Brazell, per i suoi acuti commenti su questo articolo.]
OPERE CITATE
– Austen, Jane. The Novels of Jane Austen. Ed. R.W. Chapman. 3rd ed. Oxford: OUP, 133-69.
– Burney, Frances. Camilla, or a Picture of Youth. Ed. Edward A. Bloom and Lillian D. Bloom. London: Oxford UP, 1972.
– Fielding, Henry. Tom Jones. Ed. John Bender and Simon Stern. Oxford: OUP, 1996.
– Hennelly, Mark M., Jr. “Pride and Prejudice: The Eyes Have It.” Jane Austen: New Perspectives. Ed. Janet Todd. New York and London: Holmes, 1983. 187-207.
– Lefkovitz, Lori Hope. The Character of Beauty in the Victorian Novel . Ann Arbor: U Michigan Research P, 1987, 1984.
– Morgan, Susan. In the Meantime: Character and Perception in Jane Austen’s Fiction. Chicago: UCP, 1980.
– Richardson, Samuel. The History of Sir Charles Grandison. Ed. Jocelyn Harris. Vol. I. London: Oxford UP, 1972.
– Shields, Carol. “Jane Austen: Images of the Body: No Fingers, No Toes.” Persusasions 13 (1991): 132-37.
– Smollett, Tobias. The Adventures of Ferdinand Count Fathom. Ed. Damian Grant. London: Oxford UP, 1971.
– Smollett, Tobias. The Adventures of Peregrine Pickle. Ed. James L. Clifford. London: Oxford UP, 1964.
– Smollett, Tobias. The Adventures of Roderick Random. Ed, Paul-Gabriel Bouce. Oxford: OUP, 1997.
– Tomalin, Claire. Jane Austen: A Life. New York: Knopf, 1997.
– Warhol, Robyn. “The Look, the Body, and the Heroine of Persuasions: A Feminist-Narratological View of Jane Austen.” Ambiguous Discourse: Feminist Narratology and British Women Writers . Ed. Kathy Mezei. Chapel Hill and London: UNCP, 1996. 21-39.
Tutte le citazoni dalle opere di Jane Austen sono tradotte da G. Ierolli
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Link all’articolo originale:
http://www.jasna.org/persuasions/on-line/vol20no1/graham.html
Traduzione e pubblicazione on-line autorizzata da “JASNA-Persuasions on-line”, che non è responsabile dell’accuratezza della traduzione.
3 commenti
complimenti e grazie Gabriella per averci offerto questo curioso contributo, reso ancor più prezioso dai collegamenti intertestuali.
davvero un argomento curioso! non avevo mai notato l’assonanza tra personaggio positivo e altezza, tra nobiltà di carattere e statura!
bella riflessione complimenti!
Naturalmente non si tratta di una riflessione mia, ma di JEAN E. GRAHAM. Io l’ho solo scovata – mi piacciono tutte le riflessioni che riguardano i piccoli e grandi dettagli in Jane Austen – e l’ho tradotta per JASIT. 🙂