Una curiosità che riguarda numerose traduzioni italiane di Pride and Prejudice, nelle quali una governante diventa un santo e un zuppa una manciata di neve.
L’articolo originale è apparso sulla rivista di Jane Austen Society of Italy “Due pollici d’avorio”, numero 10 (2018), pagg. 72-75. Per richiedere l’intero numero, scrivere a info@jasit.it.
Nel cap. 11 di Pride and Prejudice, Jane Austen scrive: “but as for the ball, it is quite a settled thing; and as soon as Nicholls has made white soup enough I shall send round my cards.”(siamo a Netherfield, e Mr Bingley parla del ballo che sta organizzando).
“Nicholls” è il nome della governante di Netherfield e “white soup” è “[una zuppa] fatta con diversi e costosi ingredienti, in particolare mandorle, panna e tuorli d’uovo.”, come si legge in una nota dell’edizione Cambridge delle opere austeniane.[1] Nell’Oxford English Dictionary, tra le varie parole composte alla voce “white” è citato proprio questo brano austeniano.
Evidentemente la preparazione della “white soup” doveva essere abbastanza laboriosa, visto che Mr Bingley dice, più o meno: “quanto al ballo, è cosa fatta; e non appena Nicholls avrà preparato zuppa bianca a sufficienza manderò gli inviti.”
In molte traduzioni italiane però, a partire dalla prima di Giulio Caprin del 1932 (Orgoglio e prevenzione, poi diventato Orgoglio e pregiudizio), sia “Nicholls” che “white soup” diventano tutt’altro, ovvero:
ma il ballo è cosa ormai stabilita e appena san Nicolò avrà mostrato un po’ della sua barba bianca manderò gl’inviti.” (Giulio Caprin, Mondadori,1932)
quanto al ballo è già cosa combinata, e appena S. Nicolò avrà fatto la sua apparizione, manderò gli inviti. (Itala Castellini e Natalia Rosi, Tariffi, 1945, poi Newton Compton)
ma il ballo è deciso e appena San Nicola avrà portato un po’ di neve manderò gli inviti. (Isa Maranesi, Garzanti, 1975)
per quanto riguarda il ballo, è una cosa ormai decisa e, non appena san Nicola avrà preparato neve a sufficienza, manderò gli inviti. (Cecilia Montonati, Demetra, 1999, poi Giunti)
ma quanto al ballo, è cosa stabilita, e, non appena San Nicola avrà mostrato un po’ del suo candore manderò gli inviti. (Fernanda Pivano, Einaudi, 2007)
quanto al ballo, è già tutto deciso e non appena sarà il giorno di San Nicola, farò circolare gli inviti. (Melania La Russa, Barbera, 2007, poi Feltrinelli, nel 2011, corretto così: “quanto al ballo, è già tutto deciso e non appena Nicholl avrà preparato abbastanza zuppa bianca, farò circolare gli inviti.”)
Ma per quanto riguarda il ballo, ormai è deciso, e non appena san Nicola avrà sparso le prime nevi, io avrò già mandato in giro i miei inviti. (Giovanna Ponte, Baldini Castoldi Dalai, 2011)
In pratica la governante diventa san Nicola e la white soup diventa neve.
Si può presumere che il travisamento iniziale di Caprin sia nato da quella white soup che non era riuscito a decifrare, insieme a quel nome, Nicholls, che qui viene citato per la prima volta. D’altronde, all’epoca non era certo facile come adesso risolvere qualche dubbio circa termini o locuzioni non immediatamente comprensibili, e c’è da considerare che quella zuppa così elaborata era un uso tipico di quell’epoca per i balli, mentre il nome della governante di Netherfield è citato solo un’altra volta (nel cap. 53, o undicesimo del terzo volume), dove tutti lo interpretano correttamente.
Fraintendimenti del genere possono benissimo capitare, in particolare, come dicevo prima, in traduzioni fatte in periodi nei quali non esistevano i mezzi attuali (dizionari elettronici di tutti i tipi, ricerche in Internet, possibilità di interpellare velocemente corrispondenti madrelingua ecc.) ma qui il fatto inusuale è il ripetersi dell’errore nel corso degli anni, anche in traduzioni fatte nel XXI secolo. Probabile che si sia trattato di una sorta di effetto di trascinamento da una traduzione all’altra, anche se ne esistono altrettante con l’interpretazione corretta del brano.
E san Nicola? È festeggiato il 6 dicembre, mentre il ballo di cui parla Bingley ci sarà il 26 novembre, come ricorda lui stesso nel capitolo 44 del romanzo (capitolo 2 del terzo volume): “Non ci vediamo dal 26 novembre, quando siamo stati tutti insieme al ballo di Netherfield.” Quindi dal punto di vista cronologico la citazione di san Nicola avrebbe potuto starci, considerando la possibilità di un anticipo di una decina di giorni rispetto alla previsione del padrone di casa.[2]
Se poi questa piccola annotazione ha suscitato in chi legge la curiosità di assaggiare la white-soup, ecco la ricetta:
Put a knuckle of veal into six quarts of water, with a large fowl, and a pound of lean bacon; half a pound of rice, two anchovies, a few peppercorns, a bundle of sweet herbs, two or three onion, and three or four heads of celery cut in slices. Stew them all together, till the soup be as strong as you would have it, and strain it through a hair sieve into a clean earthen pot. Having let it stand all night, the next day take off the scum, and pour it clear off into a tossing-pan. Put in half a pound of Jordan almonds beat fine, boil it a little, and run it through a lawn sieve. Then put in a pint of cream, and the yolk of an egg, and send it up hot.
Mettete un cosciotto di vitello in circa sei litri d’acqua, insieme a un pollo bello grosso, 450 grammi di pancetta magra, 225 grammi di riso, due acciughe, un po’ di pepe in grani, una manciata di basilico, due o tre cipolle e tre o quattro teste di sedano tagliate a strisce. Bollite tutto insieme, fino a quando la zuppa raggiunge la densità che volete, e filtratela con un setaccio fine in una pentola di terracotta. Lasciatela riposare tutta la notte, e il giorno dopo togliete lo strato schiumoso e versatela in una padella. Metteteci 225 grammi di mandorle tritate fini, bollite per un po’ e passate con un setaccio medio. Poi metteteci mezzo litro di panna e il tuorlo di un uovo e servitela bella calda.[3]
Note
[1] Jane Austen, Pride and Prejudice, Edited by Pat Rogers, Cambridge University Press, 2006, p. 483 (nota 3, “white soup: made from a variety of expensive ingredients, notably almond, cream and egg-yolk.”).
[2] Ho ripreso, e un po’ modificato, un mio articolo del 4 gennaio 2010 nel blog dei Libri in testa.
[3] John Farley, The London Art of Cookery and Housekeeper’s Complete Assistant, Printed for Messrs. Price, Sleather et al., Dublin 1783, p. 108.
Dal 2009 al 2013 ha tradotto tutte le opere e le lettere di Jane Austen, raccolte nel sito jausten.it. Ha scritto due biografie di Jane Austen: Jane Austen si racconta (Utelibri, 2012) e In Inghilterra con Jane Austen (Giulio Perrone Editore, 2022). Nel 2015 ha curato e tradotto Lady Susan e le altre (Elliot), una raccolta di romanzi e racconti epistolari di Jane Austen. Nel 2017, in occasione del bicentenario della morte di Jane Austen, ha curato tre volumi editi da Elliot: Juvenilia, Ricordo di Jane Austen e altre memorie familiari (di James Edward Austen Leigh) e I Janeites (di Rudyard Kipling), oltre a un’antologia delle lettere pubblicata da “La biblioteca di Repubblica-L’Espresso”, comprendente anche l’incompiuto Sanditon.