Giovani studiosi dialogano con JASIT: intervista a Giancarla Zaino Marciano

Giovani-JASITCon la rubrica Giovani Studiosi Dialogano con JASIT intendiamo dare il giusto valore al lavoro dei giovani studiosi italiani che hanno trovato in Jane Austen un importante spunto di riflessione letteraria.
La nostra ospite di oggi è Giancarla Zaino Marciano, che si è laureata in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale con una tesi intitolata: La rappresentazione sociale del mondo Regency: la donna e il matrimonio nella produzione letteraria di Jane Austen.

1) Cara Giancarla, grazie per aver voluto partecipare alla nostra rubrica. Per prima cosa ti chiediamo: come mai hai deciso di dedicare la tua tesi proprio a Jane Austen?
La decisione è stata presa già alcuni anni fa, quando la passione per Jane Austen si è concretizzata ed è cresciuta grazie alla gestione di una fan page su Facebook. Gli approfondimenti e la conoscenza dei dettagli della sua vita e delle sue opere, che ho portato avanti grazie a questo progetto, mi hanno fatto comprendere che è un’autrice ancora troppo sottovalutata in Italia e che c’era bisogno di mostrarne l’importanza a livello non solo letterario, ma anche storico-sociale e sociologico.

2) Come hai organizzato le tue ricerche preliminari? A quali fonti secondarie hai fatto riferimento?
La ricerca è stata organizzata partendo innanzitutto dalla lettura approfondita delle sue opere e grazie alla cornice sociologica di riferimento di partenza, incentrata sulle Rappresentazioni sociali. Da lì il lavoro si è sviluppato attraverso fonti che trattassero tanto dell’argomento sociologico specifico, quanto del contesto storico e sociale del Periodo Regency. È stato fondamentale per me mettere in luce la questione femminile e la connessa questione matrimoniale, e mostrare in che modo Jane Austen, già allora, avesse compreso la reale condizione femminile e una necessità di cambiamento sociale, altrettanto “urlato” anni prima da Olympe de Gouges in Francia e da Mary Wollstonecraft in Inghilterra, con la Vindication of the Rights of Women.

3) Uno dei temi trattati nella tua tesi è la visione femminista rappresentata nella versione cinematografica del 1995 di Ragione e sentimento. Puoi riassumerci questo tuo punto di vista?
Il paragrafo dedicato a Ragione e sentimento prende spunto da un saggio scritto da Elisa Bussi in Jane Austen: ieri e oggi, in cui si è evidenziata la dimensione proto-femminista dell’opera. Il lavoro che è stato fatto dagli sceneggiatori, di cui faceva parte anche la stessa Emma Thompson, che interpretò Elinor nel film, è stato quello di mostrare il senso di “oblio” in cui le ragazze erano costrette a vivere in attesa di incontrare finalmente un giovane con cui sistemarsi e ottenere la tanto agognata stabilità economica e sociale. L’indipendenza che per noi oggi è, quasi, scontata, allora era impensabile. Ogni ragazza era costretta ad acquisire “skills” tramite un’educazione mirata all’esclusivo compiacimento del futuro marito, e di certo non per utilità personale. Questa realtà mi ha comunicato un senso di tristezza, che in Jane Austen si è trasformata in voglia di riscatto. Forse è proprio Anne Elliot a riuscire a realizzarlo pienamente alla fine del percorso narrativo austeniano. Oltretutto il conflitto tra “sense” e “sensibility” è ancora aperto ad un punto interrogativo: alla fine quali dei due vince? Il raziocinio o il sentimento? In realtà penso nessuno dei due. Senza un loro bilanciamento non è possibile raggiungere un vero equilibrio..

24) In Persuasione e L’abbazia di Northanger ravvedi la rappresentazione del cambiamento sociale che investì il periodo di transizione tra Settecento e Reggenza. Quali sono gli indicatori più visibili di questa trasformazione nei due romanzi?
In realtà la trasformazione emerge in modo graduale a partire dal primo dei suoi romanzi, Northanger Abbey e terminando con l’ultimo, Persuasion. La maturazione personale si è ovviamente traslata nelle sue storie ed è riuscita con il tempo a catturare aspetti diversi della società inglese, cogliendone le altrettante trasformazioni. Senza dubbio l’avvento e lo sviluppo della borghesia e del “dio” denaro, grazie alla Rivoluzione industriale, è il segno più evidente di questa trasformazione. Persuasion è completamente dedicato alla decadenza della nobiltà, ancora legata alle proprie origini: ne è un esempio Sir Walter Elliot che divide le sue giornate tra il Baronetage e gli specchi, in cui ammirare la bellezza che contraddistingue soltanto i veri aristocratici, che nel romanzo è contrapposta al precoce invecchiamento degli uomini della Marina Britannica, la cui pelle è rovinata dalle intemperie e dal sole cocente. L’apparenza di cui si nutre la nobiltà viene invece schernita da Anne, che le preferisce “la sostanza”, la personalità dei suoi amici e del Capitano Wentworth, di cui si innamora quando ancora non ha raggiunto né la ricchezza né la posizione sociale che occupa otto anni dopo la rottura del loro fidanzamento. Ecco perché l’opera, per quanto forse più romantica rispetto alle altre cinque, è quella che meglio incarna e mostra, con estremo realismo, il passaggio dalla società dominata dal “titolo” a quella dominata dal denaro.

5) Nel tuo lavoro ti occupi di tutti i personaggi femminili più importanti nei romanzi di Jane Austen. Qual è a tuo parere il meglio riuscito da un punto di vista narrativo? Quale il più moderno? Quale il più difficile da interpretare?
Il personaggio femminile più completo da un punto di vista narrativo è, forse in modo scontato, proprio l’ultimo, Anne Elliot in Persuasione. In lei ho ritrovato il pensiero più maturo della Austen e la piena realizzazione della consapevolezza della sua vita, quasi giunta alla fine, che l’ha portata a riflettere sull’importanza dell’indipendenza femminile, probabilmente associata ad una vena di malinconia. Il personaggio più moderno è invece Elizabeth Bennet, che è anche il mio preferito. Il suo “wit”, tanto screditato dai “conduct books” dell’epoca, la sua intelligenza e la sua caparbietà sono le caratteristiche che la rendono la più moderna delle sue eroine e anche la più amata. Probabilmente è proprio lei ad essere la più difficile da interpretare, e il pubblico è risultato essere sempre molto esigente nei confronti delle attrici che le hanno dato un volto.

jane ok6) Ti chiediamo di illustrare i punti salienti della tua tesi e le conclusioni alle quali sei arrivata.
L’obiettivo della tesi è stato quello di mostrare le Rappresentazioni sociali della donna e del matrimonio in Jane Austen e in che modo si differenziassero da quelle diffuse nel senso comune della società inglese del primo Ottocento. Il percorso ha abbracciato diversi ambiti della vita sociale, primo tra tutti l’educazione femminile. Le giovani ragazze venivano educate il minimo indispensabile, poiché nessun marito desiderava una moglie troppo intelligente. Per questo si puntava soprattutto alle arti pratiche, dal cucito, al disegno, al canto, al ballo. La vita della donna era esclusivamente domestica, esclusa, nella maggior parte dei casi, dalla vita sociale e politica e dai diritti di eredità e successione. Soltanto alla fine del XIX secolo le leggi permisero alla donna di gestire il proprio patrimonio e di ottenere la custodia dei figli. Come già accennato, la mancanza di indipendenza della donna la costringeva a contrarre un matrimonio conveniente, soprattutto in giovane età per evitare di gravare ulteriormente sul bilancio familiare. Le donne borghesi, che invece restavano sole, dovevano affrontare le difficoltà economiche di chi purtroppo non può lavorare per posizione sociale ed è costretto a vivere di piccolissime rendite e degli aiuti di amici e parenti, condizione perfettamente rappresentata da Miss Bates in Emma. La conclusione a cui sono arrivata è che la Austen è stata in grado di mostrare quanto fallace fosse il sistema sociale del Periodo Regency e quanto necessario fosse un cambiamento radicale della condizione femminile. La forza delle sue opere sta proprio nel dimostrare il potenziale che la donna possiede: nel percorso di crescita individuale della donna, viene metaforicamente sottinteso un percorso di crescita sociale, che le permette di emanciparsi tanto nella società misogina dell’Ottocento, quanto nella vita di coppia. La donna può dunque uscire dagli schemi della sua rappresentazione condivisa al tempo, per assumere caratteristiche differenti: non è più un essere privo di personalità, forgiato sulle necessità e i desideri dell’uomo, ma un essere in grado di prendere autonomamente le proprie decisioni, anche se questo significa andare apertamente contro il sistema e sottoporsi al giudizio della società. La vera emancipazione che Jane Austen concede alla donna è la consapevolezza di potercela fare a prescindere dai vincoli che la legano al mondo maschile, ed è questo che determina la portata rivoluzionaria della scrittrice e che ho voluto mettere in evidenza.

7) Qual è la tua personale valutazione della ricezione di Jane Austen in Italia, sia tra i lettori comuni che all’università?
La gestione della pagina su Facebook, oltre che il lavoro di ricerca per la tesi, mi ha permesso di capire che in realtà Jane Austen è più amata di quel che si pensa. Non ho dubbi che tantissime ragazze la apprezzino fin dal primo incontro con i suoi scritti, soprattutto con Orgoglio e pregiudizio; il problema è che a livello accademico, o anche semplicemente scolastico, viene trattata come un’autrice minore, (se non trattata affatto), senza riuscire a far comprendere la sua reale importanza al di là del mero ambito letterario. Sono felicissima perciò di vedere che nascano sempre più spesso associazioni e club in suo onore, con incontri che attirano numerosissime persone. Anche io e la mia co-admin, Simona Adamo, abbiamo inaugurato da pochissimo il Club di Jane Austen a Cassino, con la speranza di contribuire alla divulgazione della sua conoscenza e aiutare a far sbocciare nuove “Janeite”.

Ringraziamo Giancarla per aver chiacchierato con noi sui risultati della sua ricerca (per la quale le facciamo molti complimenti) e le auguriamo il meglio per il suo futuro, “austeniano” e non solo! Invitiamo inoltre altri giovani studiosi a contattarci all’indirizzo info@jasit.it per condividere con noi i loro contributi.

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