Le edizioni annotate di Jane Austen a cura di D. Shapard

Oggi vi proponiamo la traduzione di un’intervista molto interessante apparsa sul sito dell’associazione Jane Austen in Vermont. Abbiamo ottenuto il permesso di tradurla da Deborah Barnum, autrice dell’articolo, che ha dialogato con David Shapard a proposito delle sue “Annotated Editions” delle opere di Jane Austen. Le edizioni curate da Shapard sono molto utili a chi voglia leggere i romanzi austeniani in lingua originale, grazie all’ausilio di note puntuali e approfondite.

JA vermont

Gentili lettori, David Shapard, autore di cinque edizioni annotate dei romanzi di Jane Austen – tutti a eccezione di Mansfield Park, la cui pubblicazione è prevista il prossimo anno – la prossima settimana si unirà alla Jane Austen Society of North America, Regione del Vermont, per il Burlington Book Festival. In quell’occasione ci parlerà di “The World of Jane Austen and her Novels” (“Il mondo di Jane Austen e dei suoi romanzi”), permettendoci di sbirciare nella società del primo Ottocento inglese, che pervade i romanzi di Austen, con un’attenzione particolare nei confronti della posizione e dei costumi dell’élite dominante e del ruolo delle donne in questa società.
Oggi do il benvenuto a David per una serie di domande e risposte a proposito del suo amore per Jane Austen e delle sue eccellenti edizioni annotate.
Dunque, benvenuto David. E grazie per essere così gentile da rispondere a tutte le mie domande!

JAIV: Pshapard SSer cominciare, perché credi che Jane Austen riesca ancora a parlarci, a 200 anni dalla sua prima pubblicazione di Ragione e sentimento (2011)?
DS: Ritengo che Jane Austen, in parte, ci interessi perché è così talentuosa, cioè… la qualità si fa sempre sentire. Credo che lei sia la migliore fra tutti i romanzieri in lingua inglese, e questo le conferisce un’attrattiva fondamentale, di cui ha goduto per moltissimo tempo (anche se non è stata sempre oggetto del grande entusiasmo che suscita oggigiorno). Con lei possiamo avere… beh… trame ben strutturate, personaggi delineati con brillantezza, temi interessanti e profondi, e una lingua superba – insomma, l’eccellenza in tutti quelli che sono gli elementi costitutivi più importanti di un romanzo.
Un sintomo di questa realtà è la varietà dei motivi che spingono la gente ad amare Jane Austen: adducendo le loro ragioni, le persone hanno citato, tra le altre cose, le storie d’amore intense, l’acuta analisi della psicologia umana, l’accurata descrizione della società e i messaggi morali. Con una tale abbondanza di elementi così forti, Jane Austen può richiamare a sé gusti e interessi molto variegati.
Un’altra ragione è il fatto che, anche se i suoi romanzi sono collocati precisamente nel loro tempo, la scrittrice prende in considerazione questioni che trascendono la sua epoca. La sua attenzione si rivolge su problemi basilari che la gente si ritrova a dover affrontare sempre: chi sposare, come relazionarsi con le altre persone, come giudicare il bene e il male, come gestire le difficoltà della vita. I tratti della personalità dei suoi personaggi, i loro sentimenti, le loro relazioni e i loro dilemmi morali sono tutti frequentemente riscontrabili anche al giorno d’oggi, di conseguenza le introspezioni e le lezioni che sono presenti nei suoi romanzi possono suonare autentici anche nel tempo attuale.

Shapard PPJAIV: Cosa ti ha attirato così tanto verso Jane Austen da indurti a intraprendere la prima edizione annotata di Orgoglio e pregiudizio (2004)?
DS: Amavo Jane Austen da tanto tempo, per tante delle ragioni che ho descritto poco fa. Ma ci furono diversi fattori “catalizzatori” che mi spinsero a tentare un’edizione annotata del suo romanzo. Nei sei mesi circa che precedettero la mia decisione avevo iniziato a leggere e talvolta a partecipare a un forum dedicato a Jane Austen, The Republic of Pemberley. Questo forum, oltre al fatto di essere molto gradevole, mi aiutò a comprendere quanto interesse e quante discussioni potessero generare aspetti di Austen anche molto specifici. A un certo punto questo risvegliò in me l’idea di creare un commentario sistematico dei suoi romanzi, nel quale i vari passaggi potessero essere esaminati e chiariti. Una delle caratteristiche di Austen è il suo essere un’autrice sottile, che affronta molti dei suoi temi con tranquillità e quasi sottovoce; inoltre eccelle nel dettaglio. Per questa ragione il formato standard di analisi di un romanzo, un articolo o un libro che lo esamini nel suo complesso e consideri la tematica generale, trascura inevitabilmente la maggior parte di ciò che rende Jane Austen così meritevole di essere letta. Questi elementi, al contrario, possono essere evidenziati grazie a un’analisi più dettagliata dell’intero romanzo.
All’epoca questa idea era semplicemente demandata a un futuro indefinito. Poco tempo dopo, però, accaddero degli eventi che mi convinsero che non avrei avuto la possibilità di procurarmi una posizione di insegnamento a tempo indeterminato e a tempo pieno in un college o in una università – professione che avevo rincorso per un certo numero di anni. Decisi quindi di dedicarmi alla scrittura, che per molto tempo avevo considerato la mia alternativa principale. Avevo una vecchia idea per un libro, ma lavorandoci mi persuasi presto che non si trattava della grande idea a cui avevo pensato in precedenza. Mentre mi guardavo intorno alla ricerca di altre possibilità mi tornò in mente all’improvviso il mio progetto su Jane Austen. Avevo visto edizioni annotate di altri classici, e mi erano piaciute. Sapevo anche che esisteva un ampio mercato su tutto ciò che concerne Jane Austen. Così decisi di tentare, e mi resi conto velocemente di aver fatto un’ottima scelta.

JAIV: Lo pensiamo anche noi! Qual è il tuo romanzo preferito? E perché? La tua preferenza è cambiata dopo le tue letture approfondite e la tua ricerca di carattere storico?
DS: Mansfield Park è il mio preferito in assoluto. Mi piace ciò che considero la sua densità, i molteplici filoni narrativi e i vari, diversi, complessi argomenti che esplora. Allo stesso tempo, benché la trama sia molto ricca di eventi, questo romanzo non fa affidamento su coincidenze improbabili, come fanno, in certa misura, altre opere di Austen. Infine, Mansfield Park presenta la vita interiore di quattro personaggi molto diversi – Fanny, Edmund, Mary e Henry – che cambiano nel corso del romanzo e che sperimentano seri conflitti emotivi. In altri romanzi austeniani ci sono solo uno o due personaggi dei quali si possa affermare la stessa cosa.
Questa mia opinione non è cambiata dopo che mi sono occupato delle edizioni annotate. Il mutamento principale che ne è conseguito è stata la mia comprensione di ciascuno di essi; questo è valso specialmente per i quattro che considero i più forti: Orgoglio e pregiudizio, Persuasione, Emma e Mansfield Park (sul quale finora ho lavorato solo parzialmente).

Shapard NAJAIV: A cosa è dovuta la lunga pausa intercorsa prima che uscisse l’edizione annotata di Persuasione nel 2010? E quando sarà pubblicata quella di Mansfield Park?
DS: Ho lavorato prima di tutto su Orgoglio e pregiudizio perché era di gran lunga il più popolare. Ho aspettato a occuparmi degli altri perché volevo sapere se il primo avesse successo, e per questo c’è voluto qualche anno. All’inizio non riuscivo a venderlo a un editore, poi l’ho pubblicato autonomamente, e infine qualcuno alla Random House l’ha notato e mi ha contattato affinché firmassi un accordo con loro. Dopo che quel volume fu pubblicato, il mio editore mi propose di lavorare agli altri romanzi di Jane Austen.
Mansfield Park uscirà il prossimo anno, probabilmente negli ultimi mesi. Il tempo passato dalla pubblicazione di L’abbazia di Northanger è dipeso dal fatto che ho dedicato gran parte dello scorso anno a lavorare su una versione speciale e arricchita di Orgoglio e pregiudizio progettata per iPad. Uscirà tra poche settimane, e sono molto emozionato per questo, però la cosa ha decisamente rallentato il lavoro su Mansfield Park.

JAIV: Jane Austen sbaglia mai?
DS: Molto raramente. Tutto ciò che ho notato è la data su una lettera in Orgoglio e pregiudizio, e due eventi specifici – uno in Emma e uno in Ragione e sentimento – che sono probabilmente sbagliati, se ci basiamo su quanto io ho letto riguardo alla storia dell’epoca. Poi ci sono almeno un paio di passi in cui la citazione da una poesia o da un altro scritto è scorretta. Ma questo è decisamente un record rimarchevole, specialmente se si considera che Jane Austen non aveva un’ampia biblioteca da consultare per le citazioni o per altri riferimenti.

Shapard PersJAIV: Qual è la tua opinione sui film? Hai un preferito? Ce n’è uno che trovi veramente spaventoso?
DS: In generale i film mi piacciono. Non sostituiscono la lettura dei romanzi, perché molto di quanto compare nei libri non può essere mostrato in un film. Però i film possono fare ciò che i romanzi non possono, ovvero far vedere le case, le carrozze, i costumi o certi luoghi particolari. Questa è una cosa che anch’io ho fatto nei miei libri, e gli adattamenti visivi seguono ancor di più quella direzione. È anche bello vedere i personaggi prendere vita grazie a persone reali, anche se io inevitabilmente le giudico sulla base di quanto riescano a corrispondere ai personaggi del romanzo – e spesso le trovo manchevoli, almeno sotto certi punti di vista.
Per quanto riguarda i miei preferiti, probabilmente direi Ragione e sentimento sceneggiato da Emma Thompson. Mi piacciono anche il Persuasione con Amanda Root e la miniserie Orgoglio e pregiudizio con Jennifer Ehle e Colin Firth. In generale non ho gradito gli adattamenti televisivi di qualche anno fa, e ho trovato la serie su Mansfield Park l’adattamento peggiore che abbia mai visto.

JAIV: Su questo punto sono d’accordo con te! Anche se il Persuasione con Anne che corre per la strada tutta agitata leggendo la lettera del Capitano è altrettanto imbarazzante da guardare! Dicci qualcosa a proposito del tuo processo di scrittura: quando e come?
DS: Di solito comincio leggendo il romanzo diverse volte, e con la maggior attenzione possibile; nel frattempo prendo nota di ogni possibile aspetto che mi interessa sottolineare o dei passi che desidero esplorare ulteriormente, o sui quali riflettere. Uso anche gli audiolibri con lo stesso obiettivo, perché mi sono accorto che con l’ascolto talvolta noto delle cose che mi sfuggono con la lettura. Poi mi occupo dei riferimenti storici – cosa che richiede lo sforzo più consistente; organizzo per temi tutti i punti o gli argomenti che voglio prendere in considerazione e poi inizio a leggere, o a rileggere, diversi libri che riguardano questi argomenti. A un certo punto leggo anche altri commenti al romanzo per vedere quali approcci aggiuntivi offrano, riesamino le lettere di Austen o altro materiale bibliografico per verificare cosa ci sia di rilevante e controllo le parole che potrei aver bisogno di definire; in questo caso uso una lista preesistente di parole che avevano un diverso significato all’epoca di Austen, con l’aggiunta di ciò che io posso aver notato nel corso della mia lettura. Mentre mi occupo di tutti questi aspetti, spesso procedo a scrivere le note appropriate a ciò che ho trovato. Quando questa fase è conclusa inizio a esaminare il libro capitolo per capitolo e a inserire i punti che non sono ancora stati affrontati. Insomma, è una serie di riletture e di correzioni – mie e del mio editore – finché il testo è pronto e si aggiunge quindi altro materiale, come mappe o illustrazioni.

JAIV: Come metteresti a confronto le tue edizioni annotate con la serie pubblicata dall’Università di Harvard, iniziata nel 2010 con Orgoglio e pregiudizio [il loro Mansfield Park è previsto per l’autunno del 2015, a cura di Deirdre Lynch]?
DS: Non conosco bene queste versione annotate. So che hanno la copertina rigida e sono decisamente più grandi (e quindi più costose); hanno anche alcune illustrazioni a colori. In termini di contenuto, ho l’impressione che offrano un numero inferiore di note. Nel caso dell’unica che ho letto, quella di Orgoglio e pregiudizio, in generale dispone di meno note e alcune di esse, specialmente quelle relative alla definizione delle parole, sono simili alle mie. La differenza principale è che quella versione si concentra di meno sul contesto storico – le note in proposito sono decisamente di meno – e di più sulle interpretazioni letterarie. Ci sono alcune note che esplorano il dibattito tra diversi studiosi di letteratura in merito ad alcuni aspetto del romanzo – e questa è una cosa che le mie edizioni non fanno.

JAIV: Le copertine per ciascun volume: le hai scelte tu? E l’idea di annotarle è veramente buona – colloca immediatamente il lettore nella modalità del “leggere le note”!
DS: È la casa editrice a proporre la copertina, insieme al design complessivo, anche se chiedono sempre il mio parere. Sono stati loro ad avere l’idea di annotare la copertina, ma sono io che propongo le note stesse. Anche questo fa parte del processo di scegliere insieme l’immagine di copertina: dev’essere l’immagine che io ritengo adatta a essere annotata.

Shapard EmmaJAIV: So che all’inizio dei tuoi libri menzioni dei “rivelatori di trama” per avvisare i lettori che alcune delle note potrebbero contenere degli “spoiler”. Hai ricevuto delle lamentele in proposito quando è uscita la tua prima edizione di Orgoglio e pregiudizio?
DS: Sì, ho ricevuto delle lamentele sulla mia prima edizione di Orgoglio e pregiudizio. La mia idea era che il libro venisse usato da molte persone per i suoi riferimenti – come un volume da consultare per i lettori che fossero curiosi riguardo ad aspetti specifici; di conseguenza non mi ero preoccupato troppo di non rivelare la trama. Ma sembra che molta gente lo abbia semplicemente letto come si fa con la maggior parte dei libri, e che per molte persone quella fosse la prima lettura in assoluto. Di conseguenza, per le edizioni successive mi sono sforzato di evitare di anticipare rivelazioni sugli eventi più significativi. Questo in un certo senso mi ha limitato, perché alcuni aspetti importanti di un brano spesso rivelano ciò che accade in seguito, ma penso valga la pena evitare di rovinare la sorpresa. L’unica eccezione importante in questo senso è stato Emma: il libro gira intorno a diversi misteri, specialmente uno, essenziale, e io ho ritenuto che una caratteristica preziosa di un’edizione annotata stia nel dimostrare come ogni sorta di azioni apparentemente minori e innocue assuma dei significati completamente diversi alla luce di quanto di scopre alla fine. Perciò nel caso di note a questo tipo di brani ho inserito all’inizio la dicitura: “ATTENZIONE: SPOILER” per mettere in guardia chi stava leggendo il romanzo per la prima volta e non voleva rovinarsi la sorpresa.

JAIV: Sei un collezionista di libri? E di Jane Austen in particolare? Se è così, qual è la tua edizione preferita di una sua opera, e perché?
DS: Mi piace comprare libri e ne possiedo molti, ma non sono un collezionista nel senso del cercare edizioni rare o speciali. Le edizioni di Jane Austen che ho usato sono quelle accademiche e più autorevoli: l’edizione Oxford uscita per la prima volta negli anni Venti, o le ancor più esaustive edizioni Cambridge (che già dispongono di moltissime note) che sono state pubblicate negli ultimi dieci anni.

JAIV: Hai quasi concluso il tuo lavoro di annotazione dei sei romanzi. E poi? Ti occuperai di edizioni annotate delle opere minori o dei Juvenilia?
DS: Ho quasi terminato con i romanzi. È possibile che la casa editrice desideri anche pubblicare delle versioni arricchite di altre opere di Jane Austen; sono certo che questo dipenderà da come andranno le vendite dell’Orgoglio e pregiudizio per iPad che sta per uscire. Ho pensato di lavorare anche ad altre opere austeniane, ma non sono certo che ci sia una richiesta sufficiente. Ho anche qualche idea per dei romanzi miei, alcune legate a Jane Austen. Ma in questo momento tengo aperta ogni possibilità e aspetto di vedere gli sviluppi dei miei libri già esistenti.

JAIV: Perché credi che il lettore moderno dovrebbe avere una migliore comprensione della società dell’epoca della Reggenza? E il lettore può ancora godere della scrittura di Jane Austen senza essere costretto a leggere delle edizioni annotate?
DS: Io penso che comprendere l’epoca della Reggenza aiuti moltissimo a capire Jane Austen. Naturalmente, negli anni, milioni di persone hanno amato e apprezzato Jane Austen senza avere una particolare conoscenza del periodo, al di là di quanto potevano dedurre dai romanzi stessi. Io so che mi trovavo in quella situazione quando li ho letti per la prima volta. Perciò una simile conoscenza non è assolutamente una conditio sine qua non. Ritengo però che se si capisce il contesto storico, tutti i tipi di eventi importanti nel romanzo diventano molto più chiari e più comprensibili, e tutti i dettagli, su cui il lettore ha probabilmente sorvolato senza pensarci troppo, divengono significativi. La storia, a quel punto, acquista vitalità in una molteplicità di nuovi modi.

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L’inizio di Pride and Prejudice nell’edizione curata da Shapard (Anchor Books, 2007)

Per leggere l’articolo originale: Interview with David Shapard, Author of the Jane Austen Annotated Editions!

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