Tra i tanti, variegati personaggi che circondano Emma nell’omonimo romanzo, la mia preferenza va senza indugi a Miss Bates.
La zitella attempata, povera e costretta ad accudire la propria anziana madre, è un capolavoro di comicità con la sua esasperante, incessante chiacchiera senza capo né coda, le esclamazioni ripetute, le frasi sincopate, i prodigiosi salti di palo in frasca e le piccole manie compulsive. Ma è anche un personaggio profondamente tragico, che incarna la condizione sociale delle donne non sposate in una società graniticamente maschile, che affidava alle donne un solo e unico lavoro, quello di moglie e madre, di fatto condannando le nubili a vivere della carità altrui – proprio come Miss Bates, intorno alla quale tutta Highbury si prodiga.
I difetti pesantissimi di Miss Bates sono stemperati dal suo cuore d’oro e dal fatto che non la sentiamo mai lamentarsi di nulla ed appare sempre contenta.
Così che, mentre ridiamo di lei e stemperiamo la nostra esasperazione, Jane Austen (con uno dei suoi geniali miracoli narrativi) riesce ad instillare nel nostro cuore anche la compassione, e ci fa sentire desiderosi di unirci ai notabili di Highbury per fare qualcosa di buono e gentile per lei, proprio come farebbe Mr Knightley.
Durante il Jane Austen Book Club dello scorso 17 gennaio, in Salaborsa a Bologna, dedicato a Emma, ho chiuso l’incontro con una battuta proprio sulla mia amata Miss Bates: riflettendo sul fatto che Jane Austen traeva ispirazione dal variegato microcosmo che popolava la sua vita quotidiana, ho chiosato esclamando “Chissà chi le ha ispirato Miss Bates!”.
Ebbene, di recente mi sono imbattuta in un indizio che mi ha permesso di rintracciare il modello reale per Miss Bates. E, indagando, ho scoperto che ce ne sono addirittura due… Potete immaginare una Miss Bates elevata al quadrato?
Non ci sono prove certe: nessuna dichiarazione esplicita dell’autrice, né un qualche riferimento indiretto a coloro che vengono indicate da più parti come ispiratrici di questo grande personaggio secondario di Emma. Eppure, se si leggono le lettere tenendo presente le caratteristiche di Miss Bates, è facile individuarle.
L’ipotesi più accreditata tra gli studiosi nonché tra gli appassionati di Jane Austen è Miss Benn.
Molti la ricorderanno perché è la fortunata che, giunta in visita al cottage di Chawton il il 27 gennaio 1813, ascolta dalla viva voce di Jane Austen la lettura di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), il darling child (l’adorato bambino) appena arrivato con la posta da Londra e che uscirà il giorno dopo, il 28 gennaio. Miss Benn, però, non sa che l’autrice è proprio colei che glielo sta leggendo e non si rende conto, quindi, che ha il privilegio di un’anteprima assoluta. Nella lettera del 29 gennaio, Jane racconta a Cassandra quanto è accaduto, e ci regala uno dei commenti più emozionanti a proposito del suo darling child. (1)
Miss Benn era a pranzo da noi proprio il giorno dell’arrivo del Libro, e nel pomeriggio ci siamo completamente dedicate a esso e le abbiamo letto la metà del 1° volume – premettendo che essendo state informate da Henry che quest’opera sarebbe stata presto pubblicata gli avevamo chiesto di mandarcela non appena uscita – e credo che ci abbia creduto senza sospettare nulla. – Si è divertita, povera anima! che non potesse che essere così lo sai bene, con due persone del genere a condurre il gioco; ma sembra davvero ammirare Elizabeth. Devo confessare che io la ritengo la creatura più deliziosa mai apparsa a stampa, e come farò a tollerare quelli a cui non piacerà almeno lei, non lo so proprio.
Miss Benn, dunque, può essere definita anche come la prima ammiratrice di Orgoglio e Pregiudizio (all’esterno della cerchia familiare) e si guadagna la gratitudine di Jane Austen con il suo apprezzamento per la strepitosa protagonista.
Ma chi era Miss Benn e perché sarebbe il modello per Miss Bates?
Mary Benn era la sorella nubile del reverendo John, della canonica di Farringdon, ed era vicina di casa di Jane a Chawton. Era povera: il fratello aveva una famiglia numerosissima e non riusciva ad aiutarla. Viveva, in affitto, con la sola compagnia di una domestica in una porzione del cottage di Thatch, a pochissima distanza dal cottage delle Austen (ancora oggi, è possibile vederlo procedendo sulla Winchester Road in direzione Winchester).
Miss Benn è tornata al suo Cottage dall’inizio della settimana scorsa, e ha appena preso un’altra ragazza; – viene da Alton. – Per molti giorni Miss B. non ha avuto nessuno con lei se non la nipote Elizabeth – che era felice di essere sua ospite e sua cameriera.
(lettera a Cassandra del 29 maggio 1811)
Era solita frequentare assiduamente le Austen, come dimostrano le numerosissime citazioni nelle lettere a proposito di pranzi, tè, passeggiate e minuzie della vita quotidiana di cui Jane dà o chiede conto, con molta premura.
Talvolta hai espresso il desiderio di fare un regalo a Miss Benn; – Cassandra e io riteniamo che possa esserle utile qualcosa di simile a uno Scialle da mettersi sulle Spalle in casa nelle giornate molto fredde, ma non deve essere troppo bello altrimenti non lo userà. La sua Mantellina lunga di pelliccia è quasi del tutto consumata.
(lettera a Martha Lloyd del 29-30 novembre 1812)
In questa citazione, sembra di vedere la stessa dignitosa umiltà di Miss Bates.
Tutti a Chawton sono pieni di attenzioni nei suoi confronti, a tal punto che la sua vita sociale appare assai più ricca di quanto ci si potrebbe aspettare.
Ieri ha passato la serata con noi. – Poiché so che Mary [N. d. R.: moglie di James, fratello di Jane], ci tiene a non vederla trascurata dai suoi vicini, ti prego di dirle che Miss B. mercoledì ha pranzato da Mr Papillon – giovedì con il Cap. e Mrs Clement – venerdì qui – sabato con Mrs Digweed – e domenica di nuovo con i Papillon.
(lettera a Cassandra del 24 gennaio 1813)
Alla luce di queste citazioni, è chiaro come Miss Benn sia un ottimo modello per la triste condizione di Miss Bates.
Per quanto riguarda il carattere del personaggio, invece, sono propensa a vedere il modello reale in un’altra persona.
Grazie alla rilettura delle lettere, lo scorso aprile, in preparazione dell’incontro del Jane Austen Book Club di Salaborsa dedicato ad esse, ho voluto tornare anche alla sempre illuminante introduzione che Robert Chapman scrisse nel 1932 per la prima edizione critica della raccolta da lui curata (2). Nel sottolineare come l’epistolario austeniano contenga veri e propri brilliant and versatile characters (personaggi brillanti e versatili), Chapman fa un interessantissimo elenco di persone reali che ricordano da vicino personaggi famosi dei romanzi. Durante la lettura, all’improvviso una brevissima frase colpisce la mia attenzione:
EN – […] and Miss Milles of Canterbury, whom the late A. B. Walkley guessed to be the prototype of Miss Bates […].
IT – […] e Miss Milles di Canterbury, che A. B. Walkley riteneva fosse il prototipo di Miss Bates […] (3)
Il suggerimento di Walkley (4) riportato da Chapman è facilmente riscontrabile nelle lettere: Miss Milles viene nominata sei volte appena e, di queste, tre sono le più significative.
La prima apparizione di Miss Milles, in una lettera a Cassandra del 24 agosto 1805, è breve ma eloquente. Si tratta di una frase in cui Jane Austen la definisce:
la Creatura più felice al mondo
La seconda è in una lettera del 26 ottobre 1813. Jane si trova a Godmersham e descrive a Cassandra, che è a casa, a Chawton, la visita fatta alla vedova Mrs Milles, nella sua casa di Canterbury, dove è presente anche la sua figlia nubile, Molly (Miss Milles, appunto). La scena che si dipana davanti ai nostri occhi sembra presa direttamente da Emma.
Il nostro Impegno principale era di far visita a Mrs Milles, e in effetti avevamo così poco altro da fare che siamo stati costretti a gironzolare senza meta e ad andare avanti e indietro il più possibile per far passare il Tempo ed evitare di dover stare per due ore in compagnia dell’amabile Signora. Una circostanza eccezionale per una Mattinata a Canterbury!
Evidentemente, anche Mrs Milles è stata un buon modello per Mrs Bates…
Ma proseguendo la lettura, ecco entrare in scena “Miss Bates”:
Miss Milles è stata bizzarra come al solito e ci ha fornito lo spunto per un sacco di risate. Si era impegnata a raccontarci in due parole la storia della riconciliazione di Mrs Scudamore, e poi ha continuato a chiacchierarne per mezz’ora, usando espressioni così strane e così piene di inutili particolari che sono riuscita a malapena a restare seria. La morte del figlio di Wyndham Knatchbull ha poi soppiantato gli Scudamore. Le ho detto che sarebbe stato sepolto a Hatch. – Lei aveva sentito Portsmouth, con gli Onori militari. – Ci si può immaginare come questo punto sarà discusso, sera dopo sera.
Riconosciamo senza fatica i voli pindarici, le frasi senza senso, la prolissità di Miss Bates. E le reazioni di Jane Austen sono le stesse che abbiamo noi quando leggiamo della “sua” Miss Milles letteraria in Emma.
Nella terza lettera di esempio, del 13 marzo 1817, Jane commenta per la sua interlocutrice, l’amata nipote Fanny, la morte di Mrs Milles e le ricadute che questa avrà sulla figlia nubile, con una frase che è tra le più famose delle citazioni austeniane:
Sono dispiaciuta e sorpresa nel sentirti dire che ha lasciato così poco, e dovrò provare compassione per Miss Milles, benché sia Molly, se una perdita concreta di Entrate si aggiungerà all’altra di perdita. – Le Donne nubili hanno una terribile propensione a essere povere – il che è un argomento molto forte in favore del Matrimonio, ma non ho bisogno di dilungarmi con te su argomenti del genere, Tesoro mio, l’inclinazione non ti manca.
Qui riconosciamo la condizione di Miss Bates, cresciuta come figlia di un gentiluomo, rispettata da tutta Highbury (Mr Knightley non mancherà di ricordarlo a Emma in una famosa scena drammatica), ma improvvisamente resa povera dalla morte del padre e del fratello, che sono gli uomini di famiglia e unica fonte di sostentamento. Le parole di Jane Austen, questa volta, nonostante la lieve risata finale, sono gravi, dure, inquadrano in poche pennellate la terribile condizione femminile delle donne non sposate, una condizione che lei stessa conosceva assai bene.
In conclusione, si può dire che Jane Austen avesse ben due Miss Bates davanti ai propri occhi, e di certo la frequentazione assidua con queste zitelle – una di Chawton, Miss Benn, la cui condizione di povertà e solitudine è del tutto simile a quella di Miss Bates, e l’altra di Canterbury, Miss Milles, la cui personalità ricorda nettamente quella del personaggio romanzesco – le hanno fornito un’ottima materia prima su cui costruire l’archetipo della zitella, la logorroica, goffa, povera, affettuosa e (nonostante tutto) amata Miss Bates.
Note e fonti bibliografiche
(1) tutte le citazioni dalle lettere sono tratte dalla traduzione di Giuseppe Ierolli, jausten.it/lettere
(2) Introduzione alla prima edizione (1932) di R. W. Chapman, tratta dal testo Jane Austen’s Letters, new edition, collected and edited by Deirdre Le Faye, 1995.
(3) la traduzione è di chi scrive
(4) Arthur Bingham Walkley, critico teatrale e letterario che negli anni venti ha scritto dei saggi pubblicati ogni settimana dal prestigioso quotidiano britannico The Times, aveva una penna particolarmente sferzante e si ritiene che l’unico autore inglese che apprezzasse davvero fosse Jane Austen. Non a caso, i tre volumi in cui raccolse i propri scritti hanno titoli vagamente austeniani: Pastiche and Prejudice (1921), More Prejudice (1923), Still More Prejudice (1925).
(Bologna, Italy) – Diplomata Traduttrice e Interprete e laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha lavorato come traduttrice e da anni si occupa di marketing e comunicazione aziendale. Il suo maggiore interesse libresco è la letteratura scritta dalle donne. Ha letto Jane Austen per la prima volta a vent’anni (Orgoglio e Pregiudizio). Nel dicembre 2010 ha aperto il blog monografico Un tè con Jane Austen e nel 2013 ha fondato Jane Austen Society of Italy (JASIT), di cui è presidente.
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