Pubblichiamo – dalla rivista “Persuasions” della dalla Jane Austen Society of North America (JASNA) – la traduzione di un articolo di Erna Schwerin, una psicologa clinica che, oltre a essere un membro di JASNA, è anche il presidente della Mozart Society di New York City. Nell’articolo la Schwerin analizza la situazione psicologica di Henry Crawford, e di cosa provochi la fuga con Maria Rushworth.
Mansfield Park: Un appunto sulla fuga di Henry e Maria
di Erna Schwerin
Persuasions #2, 1980 Pagg. 22-23, 25
Jane Austen era una brillante psicologa. Sebbene probabilmente non fosse sempre consapevole dei suoi rari doni d’intuizione, che la aiutavano a delineare i personaggi dei suoi romanzi, la loro validità per la teoria della personalità può essere dimostrata tutt’oggi. È difficile resistere alla tentazione di mettere alla prova questa convinzione su tutte le figure significative di Mansfield Park, ma le limitazioni di spazio non lo permettono. Ci concentreremo invece sull’importante evento della fuga di Henry Crawford e Maria Rushworth. È stato scelto a causa della critica espressa da Joan Rees, biografa di Jane Austen, che si riferisce a questo apice della storia come “forzato”, e che nota che solo “una passione travolgente da entrambe le parti” giustificherebbe un'”azione così incauta”. (Jane Austen – Woman and Writer by Joan Rees, New York: St. Martin’s Press, 1976). Un’analisi approfondita degli avvenimenti significativi che precedono la fuga, e delle personalità di Henry e Maria, dovrebbero far apparire le motivazioni in una luce molto plausibile.