Anne, l’eroina di Persuasione sembra proprio Jane Austen – di Pietro Citati

Il manoscritto dell’ultimo capitolo di Persuasione

Lo scorso 8 gennaio 2015, sulle pagine del Corriere della Sera, Pietro Citati ha scritto una riflessione sul personaggio di Anne Elliot, indimenticabile protagonista di Persuasione, e sulle tracce della personalità e della vita della stessa autrice che vi si potrebbero rintracciare. Scrive Citati:
Non possiamo dire se la Austen abbia riflesso sé stessa nel carattere di Anne Elliot: perché non sappiamo chi sia Jane Austen, lo scrittore più occulto e misterioso che sia mai esistito; con la mente perduta nei pensieri più illimitati e infiniti mentre sembra soltanto concentrarsi su «un pezzettino d’avorio (largo due pollici) su cui lavora con un pennello così fine che, dopo molte fatiche, l’effetto resta minimo». Anche se la Austen non è Anne Elliot, si identifica con lei, vede con i suoi sguardi, parla con la sua voce, ascolta con le sue orecchie. Così Anne Elliot diventa il centro luminoso e radioso del libro.
Non ci resta che seguirlo nella sua riflessione.
Di seguito, riportiamo per intero il testo dell’articolo nonché il collegamento alla pagina originale del Corriere della Sera.

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La recente scoperta di una prima edizione di Emma

2440370A00000578-0-image-a-5_1419436838163Avete “qualche” risparmio da parte?
In una libreria della città di York, Lucius Books, chi può permetterselo può acquistare un vero tesoro. La bottega, che si apre lungo la pittoresca strada di Fossgate, ha messo in vendita per la modica cifra di 97.500 sterline (circa 125.000 Euro) una prima edizione di Emma che può, senza tema di smentita, essere definita “intatta”.

Il volume è un unicum di straordinario valore, perché le pagine sono raccolte in una copertina di semplice cartone: possiamo immaginare che fosse sul punto di essere spedito dal rilegatore per essere rivestito in pelle… ma dal rilegatore, a quanto pare, non ci arrivò mai.

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Introduzione a Emma

Quest’anno cade il bicentenario della prima edizione di Emma (23 dicembre 1815), anzi, in effetti si tratta di un bicentenario che, come accadrà per i due romanzi postumi, si estenderà anche all’anno successivo, visto che l’edizione, pur se uscita alla fine del 1815, riporta come anno di pubblicazione il 1816.
Per cominciare i festeggiamenti di questo doppio bicentenario vi proponiamo l’Introduzione di Giuseppe Ierolli alla sua traduzione di Emma nel sito jausten.it, dove è ricostruita la storia editoriale del romanzo e sono riportate le numerose citazioni che Jane Austen gli ha dedicato nelle sue lettere.

Emma - 1816

In un manoscritto di poco successivo alla morte di Jane Austen, la sorella Cassandra trascrisse le date di inizio e fine del lavoro di scrittura dei sei “romanzi canonici”. Per Emma leggiamo: “iniziato il 21 gen. 1814, finito il 29 marzo 1815”. Nei mesi successivi il fratello Henry contattò John Murray, uno dei principali editori di Londra (con lui pubblicavano, fra gli altri, Byron e Walter Scott), e proprietario di una prestigiosa rivista letteraria, la “Quarterly Review”.

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Abbiamo letto… Morte a Pemberley di P.D. James (ed. Mondadori)

morte a pemberleyQualche giorno fa ci ha lasciato una delle più grandi gialliste di ogni tempo, da molti considerata la sola erede di Agatha Christie, P.D. James.

James era una Janeite molto appassionata, tanto da decidere di scrivere un sequel di Orgoglio e pregiudizioDeath Comes to Pemberley uscì nel 2011 e nel 2013 Mondadori ne pubblicò la traduzione col titolo Morte a Pemberley (trad. it. di Maria Grazia Griffini).

Alcuni tra noi di JASIT lo lessero e ne parlarono sui loro blog personali.

Mara Barbuni su Ipsa Legit ha dapprima tradotto parte di un’intervista in cui P.D. James spiegava la propria decisione di confrontarsi con un sequel austeniano (P.D. James a Pemberley) e in seguito ha descritto la propria esperienza di lettura nel post Death Comes to Pemberley.

Silvia Ogier e Gabriella Parisi hanno scritto una recensione a quattro mani del libro nel post
GdL Death Comes to Pemberley di P.D. James e Gabriella ha anche commentato la miniserie televisiva che BBC ha tratto dal romanzo. Potete leggerla in Ricordando P.D. James 

Vi auguriamo una buona lettura per rivivere insieme a noi le atmosfere suggestive di una Pemberley dal sapore… mystery.

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About thirty years ago…

Il Jane Austen Book Club (JABC) organizzato a Bologna dalla Biblioteca Salaborsa e da JASIT prevede una serie di incontri mensili, ma anche un gruppo su Facebook dove, prima, durante e dopo gli incontri, si discute, si esprimono opinioni, si interpreta e si analizza l’opera del mese, spesso con giudizi contrastanti. In questo periodo si parla di Mansfield Park e la discussione è nutrita e molto accesa e articolata.
Abbiamo quindi pensato di far partecipare anche l’autrice, inserendo qui una serie di citazioni dal romanzo che magari possono mettere in luce qualche argomento, qualche particolare, qualche personaggio di cui non si è parlato o si è parlato di meno, oppure far sorgere qualche curiosità.
Le citazioni sono in italiano (sono tratte dal sito jausten.it e le potete trovare anche nel volume che abbiamo dedicato al bicentenario del romanzo) ma abbiamo pensato che almeno il titolo del post dovesse rendere omaggio alla lingua dell’autrice.
Naturalmente potete aggiungere le vostre citazioni preferite, nei commenti a questo post o nel gruppo Facebook, da dove provvederemo ad aggiungerle qui.

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Citazioni da Mansfield Park

Circa trent’anni or sono, Miss Maria Ward, di Huntingdon, con sole settemila sterline di dote, ebbe la fortuna di attrarre Sir Thomas Bertram, di Mansfield Park, nella contea di Northampton, e di essere così elevata al rango di moglie di un baronetto, con tutti gli agi e le prerogative di una bella casa e di una rendita cospicua.
(incipit)

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Chi era la madre di Harriet Smith?

Pubblichiamo oggi un articolo tradotto da Persuasions #7 del 1985: “The word was blunder”: Who was Harriet Smith’s Mother?, di Edith Lank, una riflessione sui nomi di battesimo utilizzati da Jane Austen con una piccola burla.

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“La parola è un indizio”: Chi era la madre di Harriet Smith?

Più di un critico ha notato che Emma può essere considerato un romanzo mystery puro e semplice. Indizi abilmente intrecciati nella trama del romanzo possono facilmente passare inosservati, in modo che a ogni rilettura ci si ripete deliziati: “Ma certo, come mai non me n’ero mai accorto prima?”
Eppure, in 170 anni in cui il libro è stato studiato (l’articolo è del 1985, N.d.T.), nessuno ha colto l’indizio, lasciato maliziosamente in bella vista da Jane Austen, circa l’identità della madre di Harriet Smith.

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