Jane Austen e l’arsenico

Quest’anno, e precisamente il 18 luglio, ricorrerà il Bicentenario della morte di Jane Austen. Naturalmente questo sarà un anno in cui le varie Jane Austen Societies, gli studiosi e molte case editrici dedicheranno alla scrittrice iniziative e pubblicazioni di ogni genere.
Ma il nome di Jane Austen “vende bene”, quindi anche chi non la conosce approfonditamente cerca di attingere come meglio può alle notizie che appaiono sul web per ricavarne articoli che facciano aumentare visibilità e followers.
Ecco che all’improvviso si diffondono in tutto il pianeta a velocità impressionante una serie di notizie tendenziose, che partono magari da piccoli fatti oggettivi, ma che poi vengono sviluppate senza un’effettiva verifica della possibile veridicità delle teorie che espongono.

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Venduta ieri all’asta una lettera di Jane Austen

Ieri, 13 dicembre, presso la celebre casa d’aste londinese Sotheby’s, sono stati messi all’asta alcuni oggetti legati a Jane Austen. I “tesori” pubblicizzati nel catalogo dell’asta erano:
– un giocattolo di legno (bilbocatch), appartenente alla famiglia Austen (stima: 20.000-30.000 sterline)
– il manoscritto del primo “sequel” austeniano (una continuazione di Sanditon), della nipote Anna Lefroy (stima: 20.000-30.000 sterline)

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Georgette Heyer e Jane Austen attraverso Il Dandy della Reggenza.


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Lo scorso 7 maggio 2016, il gruppo di lettura Jane Austen Book Club di Biblioteca Salaborsa e JASIT ha proposto una discussione su Il dandy della Reggenza di Georgette Heyer. Nell’Auditorium della biblioteca, molte persone si sono ritrovate per commentare o scoprire questa scrittrice troppo spesso e frettolosamente etichettata come autrice di romanzi rosa storici, alla stregua di qualunque altra autrice di questo genere e senza alcun riconoscimento dei tanti, grandi meriti letterari che ne fanno una vera fuoriclasse.

Abbiamo scelto di inserire questa lettura nel nostro percorso di esplorazione della ricezione popolare di Jane Austen proprio per approfondire un aspetto sempre molto vivo, anche perché utilizzato senza posa, e a sproposito, dalle case editrici per puri scopi commerciali: le/gli eredi di Jane Austen.
La scelta non poteva non ricadere su colei che da sempre viene considerata come l’erede per eccellenza, se non addirittura l’imitatrice originaria – salvo scoprire, una volta immersi nel suo mondo narrativo, che la sua è una voce unica e originale della letteratura, che ha in Jane Austen una fonte costante e ponderata di ispirazione.

Di seguito, ripropongo la mia introduzione a questa autrice e al romanzo in discussione, Il dandy della Reggenza, compresi i tanti consigli di lettura e approfondimento forniti in occasione dell’incontro in Biblioteca Salaborsa, a Bologna, lo scorso 7 maggio. A questa mia introduzione ho voluto dare un titolo, tratto da una fonte autorevole di critica letteraria, che ritengo sia una definizione azzeccata dell’arte di Georgette Heyer: The honourable escape (La fuga rispettabile).
Buona lettura.

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Dagherrotipo o ambrotipo?

no-martha-lloyd-smallIn una recente visita al Jane Austen’s House Museum di Chawton, nel famoso cottage da dove tutti i sei romanzi austeniani sono partiti per il loro viaggio nel mondo letterario e non, mi sono imbattuto in una piccola curiosità, che ha attratto la mia attenzione soprattutto perché la lettura del foglio esplicativo che ne parlava citava un anonimo visitatore, evidentemente esperto di procedimenti fotografici d’epoca, come colui che aveva sollevato la questione (uso il maschile, ma nel testo inglese si parla genericamente di “a visitor”, quindi potrebbe anche essere una visitatrice).
Si tratta di una foto che si è sempre pensato raffigurasse Martha Lloyd, amica di famiglia degli Austen, poi vissuta con Mrs. Austen e le figlie Cassandra e Jane dopo la morte della madre, e poi ancora seconda moglie di Frank Austen, uno dei due fratelli marinai della scrittrice.

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Tratteggiare un carattere

Traduciamo oggi un articolo di Kara Louise apparso il 18 aprile 2016 sul blog Austen Variations dal titolo Sketching One’s Character (Tratteggiare un carattere), che fa notare la relazione tra la scrittura di Jane Austen e le arti figurative, in particolare quando si tratta di “delineare” i personaggi.

Tratteggiare un carattere
di Kara Louise

Conosciamo tutti molto bene il seguente passaggio di Orgoglio e pregiudizio, verso la fine del ballo di Darcy ed Elizabeth al ballo di Netherfield.

“Posso chiedere a che cosa mirano queste domande?”
“Solo a tratteggiare il vostro carattere”, disse lei, con uno sforzo per liberarsi della sua aria grave. “Sto cercando di delinearlo.”
“E ci state riuscendo?”
Lei scosse la testa. “Non ho fatto nemmeno un passo avanti. Sento parlare di voi in modi così diversi da farmi sentire estremamente perplessa.”
“Sono pronto a credere”, rispose lui gravemente, “che si possano dire cose molte diverse su di me; e vorrei sperare, Miss Bennet, che non vi mettiate a fare uno schizzo del mio carattere in questo momento, perché ho ragione di credere che il risultato non farebbe onore né a voi né a me.”
“Ma se il vostro ritratto non lo faccio adesso, potrei non avere più un’altra opportunità.” [Orgoglio e pregiudizio, Volume I – capitolo 18]

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Love & Friendship – Lady Susan debutta sul grande schermo

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“Quando si vuole prendere qualcuno in antipatia, un motivo si trova sempre.”
– Lady Susan

Nell’autunno del 1784, la giovane Jane Austen scriveva per il suo pubblico familiare, e certamente per suo assoluto divertimento, un breve romanzo epistolare scegliendo come protagonista un personaggio irriverente tanto quanto la sua penna: l’ineffabile Lady Susan.
Si è parlato molto di questa anti-eroina austeniana, del suo profilo di donna e madre egoista e calcolatrice, come del ruolo di giovane vedova che le regala una (per quel tempo) rara libertà d’azione; affascinante, ambiziosa, ironica e insensibile verso i sentimenti altrui, Lady Susan incarna l’archetipo di un certo opportunismo femminile, uno di quei ritratti che si ritrovano in ogni epoca.

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