Grazie mia carissima Cassandra per la bella e lunga Lettera…

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Il prossimo 23 ottobre la casa d’aste Bonhams metterà in vendita il manoscritto di una lettera di Jane Austen, la numero 88 dell’edizione curata da Deirdre Le Faye (Jane Austen’s Letters, Fourth Edition, Oxford University Press, 2011) inviata alla sorella Cassandra e datata 16 settembre 1813, attualmente di proprietà della Cleveland H. Dodge Foundation di New York.

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Manoscritti perduti e ritrovati

Lo scorso 19 giugno, nella pagina Facebook del Jane Austen House Museum, è apparsa la segnalazione di una raccolta fondi per l’acquisto del manoscritto di una lettera di Jane Austen. Nel testo si legge: “A lost Jane Austen letter has appeared for sale…” ma in realtà non si dovrebbe parlare di “lettera” perduta ma di “manoscritto” perduto, in quanto il testo completo era noto e presente già della prima edizione critica delle lettere curata da R. W. Chapman nel 1932, mentre alcune parti erano apparse nel Memoir di James Edward Austen-Leigh (1869), nell’edizione delle lettere del 1894 curata da Lord Brabourne e nella biografia scritta da William e Richard Arthur Austen-Leigh nel 1913 (Jane Austen, Her Life and Letters).
La lettera è del 29 novembre 1814 (numero 112 dell’ultima edizione critica delle lettere a cura di Deirdre Le Faye) ed è indirizzata alla nipote Anna [Austen] Lefroy.

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Il Principe Reggente primo Janeite della storia? Una novità che conferma un fatto già noto

Lo scorso 24 luglio, è stata diffusa una notizia su Jane Austen che, come sempre accade quando si parla della grande romanziera, è subito rimbalzata in rete suscitando scalpore e sorpresa anche tra gli ammiratori più fedeli ed esperti, come se si fosse trattato di una novità assoluta. La notizia, per quanto importante, non è però quella scoperta così sensazionale da mettere in subbuglio il mondo accademico e letterario, come scritto da alcune fonti giornalistiche italiane. L’oggetto della notizia è il recente ritrovamento di una ricevuta di pagamento di un libraio londinese intestata al Principe Reggente per una copia di Sense and Sensibility (Ragione e Sentimento): questo senza dubbio aggiunge un dettaglio importante a quanto, tuttavia, già sappiamo a proposito dell’ammirazione del futuro Giorgio IV per l’autrice. Questa ammirazione è in effetti conosciuta fin dalla seconda metà dell’Ottocento e la fonte è la famiglia stessa di Jane, attraverso le biografie familiari pubblicate a partire dal 1869. Come giustamente riportato da molti articolisti, questa è anche una curiosissima ironia profondamente austeniana poiché, come rivelano le sue lettere, Jane non aveva alcuna simpatia per il Reggente.
La grande sorpresa espressa dai lettori e commentatori italiani, però, ha indotto noi di JASIT a cogliere l’occasione per fare un po’ di chiarezza sulla notizia e raccontare un aneddoto importante della vita di Jane Austen che ebbe ripercussioni dirette anche sulla sua opera.

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Un pettegolezzo d’annata

Nelle Bodleian Libraries di Oxford c’è una sezione molto ricca di manoscritti, tra gli altri anche due austeniani: il primo volume dei Juvenilia e uno dei due di The Watsons.
Tra i tanti documenti custoditi c’è un diario di viaggio anonimo che è lì dal 1945. Nel giugno del 2015, durante uno studio mirato a individuare gli autori di vari diari di viaggio anonimi, venne alla luce che in quel diario c’era una piccola curiosità austeniana.

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G.K. Chesterton su Jane Austen

La nostra lettrice Umberta Mesina, che fa parte della Società Chestertoniana italiana, ha offerto a JASIT la sua traduzione di un articolo dello scrittore e critico letterario inglese Gilbert Keith Chesterton (1874-1936). Il testo è tratto da una raccolta delle opere giovanili austeniane pubblicata nel 1922 a New York.

Gilbert K. Chesterton

G.K. Chesterton
Introduzione a Love and Freindship di Jane Austen [1]

In un recente dibattito, su un quotidiano, riguardo alla convenzionale insulsaggine e monotonia di tutte le generazioni che hanno preceduto la nostra, qualcuno ha detto che nel mondo di Jane Austen ci si aspettava che una signora svenisse quando riceveva una proposta di matrimonio. A coloro che abbiano letto anche solo una delle opere di Jane Austen, questa associazione di idee apparirà lievemente comica. Elizabeth Bennett [sic], per esempio, ricevette due proposte di matrimonio da due ammiratori molto sicuri di sé e perfino autorevoli; e davvero non svenne. Sarebbe più vicino alla verità dire che svennero loro.

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Un manoscritto austeniano in vendita

I manoscritti austeniani in mano a privati, e quindi possibili oggetti di vendita, sono ormai pochissimi. È quindi una notizia interessante che nell’ultimo catalogo di una libreria antiquaria londinese, Jarndyce, a Bloomsbury, proprio di fronte al British Museum (Women Writers – Part I: A-F, catalogue CCXXV, Summer 2017, Item 39), sia elencato, in vendita per 120.000 sterline, il manoscritto di una poesia di Jane Austen, uno di quei componimenti scherzosi in versi, che prendevano spunto da qualche fatto di attualità o da qualche notizia letta su un giornale.

In questo caso si trattava di una notizia pubblicata su The Hampshire Telegraph and Sussex Chronicle del 25 febbraio 1811:

Sussex.
Saturday, February 23, 1811.
On Saturday was married, Mr. Gell, of Eastbourn, to Miss Gill, of Well-street, Hackney.

Sussex,
sabato 23 febbraio 1811.
Sabato Mr. Gell, di Eastbourn, si è sposato con Miss Gill, di Well-street, Hackney.

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