Buona Pasqua!

«I modi del colonnello Fitzwilliam furono molto apprezzati alla canonica, e tutte le signore pensarono che sarebbe stata una considerevole aggiunta ai piaceri dei loro impegni a Rosings. Passarono alcuni giorni, tuttavia, prima che ricevessero un invito, poiché quando in casa c’erano degli ospiti loro non erano ritenuti necessari; e fu solo il giorno di Pasqua,
quasi una settimana dopo l’arrivo dei signori, che ebbero l’onore di una tale attenzione,
e comunque, all’uscita dalla chiesa, fu chiesto loro solo di andare in serata. Nella settimana appena trascorsa avevano visto molto poco sia Lady Catherine che la figlia. Il colonnello Fitzwilliam era stato in visita alla canonica più di una volta durante quel periodo,
ma Mr. Darcy lo avevano visto solo in chiesa.»
(Orgoglio e pregiudizio, cap. 31. Trad. it. di Giuseppe Ierolli)

Cari lettori, dalla Jane Austen Society of Italy
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E nel frattempo… una breve nota di costume sulla Pasqua al tempo di Jane Austen.
Al tempo di Jane Austen, la stagione pasquale (che comprendeva la domenica di Pasqua e i quaranta giorni successivi, fino all’Ascensione) era spesso un periodo dedicato ai viaggi e alle visite ai familiari lontani. Mr. Darcy, non a caso, si reca a Rosings Park proprio per questa occasione.
La tradizione (risalente all’epoca romana) voleva che il giorno di Pasqua si indossasse qualcosa di nuovo: quella domenica le chiese erano affollate di nuovi cappellini, spesso molto colorati e allegri dopo gli indumenti più scuri e sobri portati durante la stagione fredda. In Inghilterra, il dolce tradizionale associato alla Pasqua era lo Hot Cross Bun, di cui si registra la prima menzione nel Poor Robin’s Almanack del 1733: si tratta di una sorta di panino dolce, segnato sulla sommità da una croce di glassa (che simboleggia la crocifissione). Mangiarlo il venerdì santo (in inglese Good Friday) è considerato di buon auspicio per la famiglia. Dell’uovo pasquale, invece, non si sente parlare prima del 1820, quando Guglielmo Jarrin, che si definiva un “pasticcere ornamentale”, descrisse nel proprio libro (The Italian Confectioner) dei dolci costituiti da confetto di frutta secca ricoperto di glassa, vuoto all’interno, da riempire con piccoli doni.
Non abbiamo molte informazioni relative agli abitudini pasquali della famiglia Austen. Sappiamo per certo che la Pasqua veniva festeggiata in famiglia, sicuramente con la funzione religiosa celebrata dal Reverendo Austen e poi, con ogni probabilità, con un bel pranzo che spezzasse il “digiuno” della quaresima.

(Fonte: http://www.janeausten.co.uk/jane-austens-easter/)

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