Connessioni femministe: Jane Austen e Mary Wollstonecraft

Cari lettori, per tentare di aggiornarvi con quanta più attenzione possibile in merito ai contributi, alle notizie e ai dibattiti sulle opere di Jane Austen, abbiamo chiesto alla redazione di “Persuasions“, la rivista ufficiale della JASNA (Jane Austen Society of North America) di poter tradurre per voi in italiano alcuni degli articoli pubblicati sul loro sito web. Abbiamo ricevuto una risposta positiva, e siamo quindi lieti di inaugurare questo percorso con la traduzione di un pezzo che ci è sembrato particolarmente importante, perché prende in considerazione uno degli aspetti più discussi e delicati dell’ambito di studio austeniano. L’articolo di Miriam Ascarelli, di cui potete leggere la traduzione in questo post, esamina infatti il punto di vista “protofemminista” della scrittura di Austen, confrontandolo con il pensiero di colei che fu la prima teorica del femminismo europeo: Mary Wollstonecraft. Siamo certi che questo ottimo studio susciterà il vostro interesse, stuzzicherà le  vostre riflessioni e, perché no, accenderà una discussione molto istruttiva. Buona lettura.

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Connessioni femministe: Jane Austen e Mary Wollstonecraft
di Miriam Ascarelli
Persuasions On-Line
, V.25, NO.1 (Winter 2004)

Cosa hanno in comune Jane Austen, figlia nubile di un ecclesiastico, che scrisse sei romanzi a proposito di giovani donne sulla strada del matrimonio, e Mary Wollstonecraft, la progenitrice del femminismo moderno?

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Le edizioni italiane

Copertina, antiporta e frontespizio della prima edizione Mondadori di "Orgoglio e prevenzione"
Copertina, antiporta e frontespizio della prima edizione Mondadori di “Orgoglio e prevenzione”

L’avventura italiana delle opere di Jane Austen iniziò con molto ritardo. Solo nel 1932, infatti, fu pubblicata la prima traduzione nella nostra lingua; si trattava di Orgoglio e pregiudizio, anzi di Orgoglio e prevenzione, dato che questo fu il titolo scelto da Mondadori. Il traduttore era Giulio Caprin, e quell’edizione di oltre ottant’anni fa è ancora in commercio, sia pure con il titolo che è ormai entrato nell’uso corrente e con qualche ritocco alla traduzione, dove, per esempio, i nomi italianizzati (Bettina per Elizabeth, Giovanna per Jane, Don Guglielmo e Donna Lucas per i coniugi Lucas, ecc.) sono stati ricondotti alla grafia dell’originale.

Edizione del 1957 con il titolo originale
Edizione del 1957 con il titolo originale

Da allora le edizioni sono state moltissime, e dagli anni Novanta in poi (con la sola eccezione di un’antologia di opere giovanili pubblicata nel 1979) si è cominciato anche a tradurre altro: le opere giovanili, appunto (i cosiddetti “Juvenilia”), gli incompiuti, Lady Susan e l’epistolario. Per quest’ultimo, però, esiste una sola edizione parziale, ormai praticamente introvabile, e un’edizione completa è disponibile solo on-line.

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Le lettere di Jane Austen

Le lettere di Jane Austen sono talvolta considerate una sorta di “parenti povere” delle sue opere, in particolare dei sei romanzi cosiddetti “canonici”. In realtà, anche se quello che resta è una porzione minima del suo vasto epistolario, le lettere sono dei documenti molto preziosi per addentrarci nelle vicende della sua vita, nonché per approfondire quel rapporto biografia/opere che, senza voler a ogni costo fare dei riferimenti diretti tra le vicende e i personaggi delle sue opere e la vita reale della scrittrice, ha nel suo caso un’importanza particolare, visto che lei stessa ha sempre scritto di aver raccontato solo ciò che conosceva direttamente, limitando il campo d’azione dei suoi romanzi agli strati sociali che appartenevano al mondo che ruotava intorno a lei e alla sua famiglia.
Pubblichiamo quindi l’Introduzione di Giuseppe Ierolli alla raccolta completa delle lettere di Jane Austen (in traduzione italiana con testo a fronte nel sito da lui curato), ricca di spunti e di citazioni che mostrano la ricchezza e l’importanza dell’epistolario austeniano.

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Delle tantissime lettere scritte da Jane Austen (1) ci restano solo le 161 trascritte nell’edizione curata da Deirdre Le Faye nel 1995, nominalmente la terza edizione di quella curata da Chapman (la prima è del 1932, la seconda del 1952) ma in realtà del tutto rinnovata, con l’aggiunta di diverse lettere e con una numerazione in gran parte rivista (nel 2011 è stata pubblicata la quarta edizione, sempre a cura di Le Faye, con un apparato accresciuto ma senza modifiche nel testo e nel numero delle lettere).
Sull’interesse che queste lettere rivestono per lo studioso e per il lettore delle opere di JA, le parole più convincenti sono quelle dell’Introduzione di Chapman alla sua prima edizione:

Le edizioni Chapman (II-1952) e Le Faye (IV-2011)
Le edizioni Chapman (II-1952) e Le Faye (IV-2011)

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Jane Austen e Venezia

Un recente articolo di Diana Birchall apparso sul sito Austen Auhors si è dedicato alle lontane corrispondenze che legano Jane Austen a una delle nostre città, Venezia. Venezia è in particolar modo la mia città – di cuore, se non più di residenza – e spesso, passeggiando lungo i canali, mi sono ritrovata a pensare a quanto Jane Austen ne sarebbe rimasta affascinata, se avesse avuto modo di visitarla. La linea che collega al cielo i suoi tetti e i suoi innumerevoli campanili è come il raffinato orlo di un merletto, le fondamenta che si stendono sotto il sole, lungo i corsi dell’acqua, assomigliano ai nastri di seta di un abito da ballo, e i profili delle donne dietro le vetrate istoriate che si affacciano sui campi e sulle calli ricordano le miniature, i cammei, i medaglioni così diffusi nell’epoca Regency. E più di tutto, la nostra scrittrice sarebbe stata entusiasta delle complicate dinamiche sociali di una città così piccola eppure così viva, porto di ricchezze, di racconti, di marinai, di tradizioni straniere e di infiniti pettegolezzi locali. Venezia sarebbe stata per lei uno straordinario patchwork di tutti i luoghi delle sue narrazioni: le chiacchiere di Hartfield, la vanità di Bath, gli intrighi di Londra, i misteri di Northanger Abbey, la sontuosità di Pemerley, l’odore del mare di Lyme Regis.

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Il Diario di Mr. Darcy di Amanda Grange

Grange_Il diario di Mr DarcyFinalmente, dopo anni di attesa, gli estimatori di Jane Austen potranno leggere uno dei derivati più fedeli all’originale, un retelling di Orgoglio e pregiudizio dal punto di vista di Mr. Darcy scritto in prima persona sotto forma di Diario.
Il 17 ottobre 2013, infatti, è uscito in tutte le librerie italiane per la casa editrice Tre60 Il Diario di Mr. Darcy di Amanda Grange, in cui la scrittrice dello Yorkshire interpreta i pensieri più intimi di uno dei protagonisti maschili più amati della letteratura mondiale.
Tradotto da Gabriella Parisi, membro fondatore di Jasit e sensibile alla cultura dei ‘derivati’ coerenti con l’opera di Jane Austen, Il Diario di Mr. Darcy ripercorre le vicende di Orgoglio e pregiudizio a partire dall’estate che precede l’arrivo di Mr. Bingley e Mr. Darcy in Hertfordshire, per concludersi il Natale dell’anno successivo a Pemberley, con un breve e appassionante sequel.

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Jane Austen lettrice

Nei romanzi e nelle lettere di Jane Austen ci sono numerosi accenni ai suoi autori e opere preferite, o comunque a quelle circolanti in casa e lette la sera a voce alta dal Rev. Austen. Innanzitutto, nessuno in famiglia si vergognava di apprezzare quel genere letterario relativamente nuovo che era il romanzo e si iscrivevano alle biblioteche circolanti proprio per poter essere aggiornati sulle nuove uscite, gustarle e commentarle insieme:

Io ho ricevuto una nota molto cortese da Mrs Martin con la richiesta di Abbonarmi alla sua Biblioteca che apre il 14 gennaio, e di conseguenza le ho dato il mio nome, o meglio il Tuo. I Soldi li mette la Mamma. – Anche Mary si abbona, il che mi fa piacere, ma non me l’aspettavo. – Come incentivo all’abbonamento Mrs Martin ci dice che la sua Collezione non consiste solo di Romanzi, ma di ogni genere di Letteratura, ecc. ecc. – Avrebbe potuto risparmiarsi questa ostentazione con la nostra famiglia, dove ci sono grandi lettori di Romanzi che non si vergognano di esserlo; – ma suppongo che fosse necessaria per l’auto-compiacimento di metà dei suoi Abbonati.
(Lettera 14, 18-19 dicembre 1798)

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