Traduciamo oggi un articolo pubblicato da Amy Elizabeth Smith, insegnante di scrittura creativa e professionale all’Università del Pacifico a Stockton, in California su The Popular Romance Project il 17 dicembre 2013.
Questo articolo parla del sito Jane Austen’s Fiction Manuscripts Digital Edition, su cui si possono consultare attraverso il web tutti i manoscritti della scrittrice giunti fino a noi. È un sito che tutti i Janeites e gli studiosi conoscono molto bene, ma Amy Elizabeth Smith spiega in modo così conciso ed esauriente tutto quello che il sito consente di fare con i manoscritti di Jane Austen, che abbiamo preferito tradurre il suo articolo, piuttosto che scriverne uno di nostro pugno.
1100 pagine di Piacere Austeniano
di Amy Elizabeth Smith
Nel leggere L’Abbazia di Northanger, si sente parlare con gran fervore ed entusiasmo delle due Assembly Rooms di Bath (1), le Upper Rooms e le Lower Rooms.
Il lettore comune, chi legge Jane Austen per la prima volta o non sia pratico di Bath, è spinto erroneamente a credere che esse si trovassero in un unico edificio: il loro nome fa pensare, infatti, a sale collocate al piano superiore e inferiore di una stessa costruzione.
Questa erronea convinzione, poi, sembra essere confermata in una cittadina come Bath – in cui pochissimo è cambiato dall’epoca di Jane Austen – dall’esistenza di un unico edificio, costituito di “una grande serie di appartamenti che si aprono l’uno nell’altro”. Quel che instilla il seme del dubbio è la collocazione di tali appartamenti “tutti su un livello con il cortile lastricato esterno”. (2)
Le analogie fra Nord e Sud di Elizabeth Gaskell e il romanzo di Jane Austen
Non sappiamo se Elizabeth Cleghorn Gaskell conoscesse Jane Austen e avesse letto i suoi romanzi. Sappiamo invece che la sua contemporanea, nonché amica Charlotte Brontë, non la teneva in grande considerazione, anzi esprimeva con grande fervore le differenze fra il suo modo di scrivere e quello della Austen in una lettera a George Henry Lewes. In realtà la lettera era una risposta molto piccata al critico letterario, che aveva giudicato Jane Eyre troppo ‘melodrammatico’ e le aveva suggerito di trarre ispirazione dalla prosa della Austen, dicendo che “Fielding e la signorina Austen sono i più grandi romanzieri in lingua inglese”. Ma questo è un altro discorso, che toccheremo, forse, in altra sede.
Elizabeth Gaskell, tuttavia, pur non esprimendo apertamente alcuna opinione, sembra aver fatto omaggio alla scrittrice dello Hampshire con il suo capolavoro Nord e Sud. Moltissimi sono infatti i punti di contatto fra il romanzo e Orgoglio e pregiudizio, connessioni che spingono a domandarsi quanto la Gaskell abbia tratto ispirazione, consapevolmente o inconsapevolmente, dalla trama di Jane Austen, se non dalla sua prosa.
Traduciamo oggi un articolo apparso su Austen Authors l’11 novembre 2013 e firmato da Diana Birchall. Il pezzo riguarda un famoso personaggio della società inglese dei primi dell’ottocento, la contessa Frances Morley, e i rapporti che ebbe con Jane Austen.
Jane Austen e la contessa Morley
di Diana Birchall
Sono due anni ormai che con i gruppi di discussione letteraria online leggiamo le Lettere di Jane Austen, con cadenza di una lettera a settimana. Questo si è dimostrato un ottimo metodo per conoscerle in modo completo. Come quasi tutti coloro che hanno tentato di leggere l’intero corpus delle lettere sanno (e può essere in un certo senso imbarazzante confessarlo), non sono una lettura così facile!
Jane Austen non le scriveva pensando alla pubblicazione, e così non sono affatto di facile comprensione come quelle di alcuni famosi autori come Lord Byron o Virginia Woolf. Inoltre sono state tagliate e censurate, cosicché ci sono enormi buchi e vuoti a scapito della continuità.
Ciò nonostante, le lettere sono una delle poche possibilità che abbiamo di dare uno sguardo alla vita di Jane Austen e di immaginarla al di fuori dei suoi romanzi, e perciò sono preziose e fondamentali per chiunque voglia conoscerla in modo approfondito. Esse ci offrono molte perle di inestimabile spirito e perspicacia nel corso della lettura, oltre a spunti di ricerca. Al momento siamo arrivati al 1815, quasi alla fine delle lettere, ma non sarei sorpresa se ricominciassimo daccapo una volta che saranno terminate!
L’influenza di Shakespeare sulla letteratura inglese (e non solo) è ovviamente riconosciuta da tutti. La stessa Jane Austen tributa al bardo un omaggio molto significativo in Mansfield Park, dove (nel cap. 34) Henry Crawford afferma:
Shakespeare lo si conosce anche senza sapere come. Fa parte della natura di un inglese. I suoi pensieri e le sue bellezze sono così diffusi intorno a noi che si percepiscono dappertutto; con lui si ha un rapporto intimo per istinto. Nessuno con un po’ di cervello può entrare in contatto con una parte di valore di una delle sue opere senza sentirsi immediatamente inserito nel flusso del suo pensiero.
e Edmund Bertram risponde:
Non c’è dubbio,verso Shakespeare si avverte un certo grado di familiarità fin dall’infanzia. I suoi brani famosi sono citati da tutti; sono nella metà dei libri che apriamo, e tutti parliamo di Shakespeare, usiamo le sue similitudini e descriviamo con le sue descrizioni;
Una delle opere shakespeariane che presenta più analogie con un romanzo di Jane Austen è senz’altro Much Ado About Nothing [Molto rumore per nulla], dove molti aspetti della trama e dei personaggi richiamano alla mente Orgoglio e pregiudizio.
Su questo argomento Romina Angelici ci ha inviato il contributo che segue, che pubblichiamo molto volentieri, invitandovi a leggerne un altro analogo di Gabriella Parisi, apparso il 25 aprile 2012 sul blog Old Friends and New Fancies: “Quanto Much Ado About Nothing ha influenzato Jane Austen nella stesura di Pride and Prejudice?“
Dal 27 settembre sarà disponibile il libreria un romanzo che parla degli ultimi mesi di vita di Jane Austen, dal titolo Una carrozza per Winchester. Autrice di questo romanzo è Giovanna Zucca, scrittrice poliedrica e appassionata di Jane Austen.
Strumentista e aiuto anestesista in sala operatoria, Giovanna Zucca conosce il morbo di Addison, che si presume sia la malattia di cui è morta Jane Austen, una patologia alle ghiandole surrenali oggi curabile. L’autrice si è sempre rammaricata sapendo che Addison avrebbe scoperto la malattia solo alcuni anni dopo (la descrisse nel 1849 circa). Inoltre è stata incuriosita dalla figura di questo grande scienziato, che morì suicida all’apice del successo. Da qui è nata la sua idea di annullare lo spazio temporale e fare incontrare i due personaggi in modo che Addison scoprisse il morbo alcuni anni prima del tempo, proprio su Jane Austen, con una storia di finzione che affonda le radici nella vita reale della scrittrice inglese.
Ci sono alcuni brani tratti dalle lettere a Cassandra, personaggi storici come i fratelli di Jane, Henry e Cassandra, lo stesso Addison e il suo collega e amico Hodgkin, considerato uno dei padri della moderna medicina.
La figura di Jane Austen che ne esce fuori è ironica, fragile ma granitica nella sua visione del mondo moderna e ribelle.
Questo romanzo è uno dei tanti omaggi alla scrittrice in quest’anno di festeggiamenti per il bicentenario della pubblicazione di Orgoglio e pregiudizio, iniziati il 28 gennaio e che proseguiranno per tutto il 2013 in tutto il mondo con numerose iniziative e manifestazioni, a testimonianza di una passione senza tempo per lei e per i suoi romanzi.