Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen: una festa come nel 1813

Pubblichiamo qui la traduzione di un articolo di Lucy Wallis per BBC News (http://www.bbc.co.uk/news/magazine-22308373)

La BBC ha ricreato il ballo di Netherfield ispirandosi al classico di Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio. Come sarebbe stato questo evento nella realtà?

È una verità universalmente riconosciuta che molte di noi nutrono il segreto desiderio di indossare un cappellino e danzare un reel con Mr Darcy al ballo di Netherfield. Questo evento, nel romanzo austeniano del 1813, è un punto di svolta cruciale nella storia tra Elizabeth Bennet e Mr Darcy, e rappresentava un’ambientazione familiare per i primi lettori di Austen – un ambiente in cui “fare gruppo”, socializzare e flirtare con potenziali mogli o mariti.

Gli inviti

L’eccitazione cominciava con il vedersi recapitare un invito, ma proprio come oggi, i cartoncini stampati per l’occasione, soprattutto se inviti ad un ricevimento, erano molto costosi. Gli inviti di Mr Bingley sarebbero stati stampati in grandi quantità, con spazi vuoti nei quali aggiungere a mano il nome dell’ospite, la data e l’ora del ballo. Proprio perché si trattava di eventi solo su invito, la lista degli ospiti era molto prestigiosa, afferma John Mullan, professore di Inglese al University College London ed esperto dei romanzi di Jane Austen. Chiunque nel vicinato potesse permettersi di acquistare un biglietto poteva avere accesso a un ballo pubblico, ma un ricevimento come il ballo di Netherfield era riservato ai ceti sociali più alti. Sarebbero stati invitati tutti gli uomini e le donne che avessero raggiunto l’età per cercare moglie o marito.

L’illuminazione

Una volta arrivati, l’unico modo per scoprire quanto sarebbero durato il ballo era guardare la lunghezza delle candele. Più lunghe le candele, più a lungo sarebbe stata illuminata la sala e più a lungo sarebbe durato il ballo – le candele erano preparate per bruciare dalle quattro alle sei ore, o di più. Le candele non erano solo una necessità, ma anche un segno di opulenza e di status sociale, perché erano un comfort di lusso, sostiene Lisa White, che lavora per il National Trust ed è consigliere sull’illuminazione originale. “Se Mr Bingley era intenzionato a impressionare avrebbe avuto tantissime luci, specialmente candele di cera, non solo nei candelieri ma tutto intorno alla sala, e avrebbe aumentato la luminosità con splendidi specchi che le riflettessero”. Riflettere la luce su una superficie a specchio suona familiare – è possibile che questa sia la lontana origine della moderna discoteca? Le candele di cera d’api erano il lusso dei ricchi, mentre i più poveri dovevano arrangiarsi con le candele di sego. Fatte di grasso di maiale o di manzo, queste effondevano un odore terribile.

La musica e la danza

Essere goffi sulla pista da ballo a una festa è sempre imbarazzante e può spesso scoraggiare possibili partner, ma al tempo di Austen significava una disfatta sociale. “Il talento nella danza era fondamentale per avere successo nei rapporti amorosi e i movimenti del ballo riproducevano le dinamiche del corteggiamento,” racconta Amanda Vickery, professoressa di storia moderna all’Università di Londra Queen Mary. “La goffaggine era un suicidio sessuale”. Qualsiasi fosse la situazione finanziaria, un maestro di danza era necessario, perché i passi erano molto complessi. Non essere in grado di ostentare il proprio atletismo sulla pista da ballo limitava la propria visibilità nei confronti dell’altro sesso.

Le danze si svolgevano in figure longitudinali, su due lunghe linee in cui i partner si fronteggiavano, e la persona di rango superiore nella sala – probabilmente Mr Darcy – danzava più vicino all’orchestra. Alcuni balli erano influenzati dalle mode del momento. “The Savage Dance” (“la danza del selvaggio”), ad esempio, era basata su un numero da un musical su Robinson Crusoe. Melodie popolari del tempo venivano riscritte per il pianoforte e includevano musica classica e canzoni folkloristiche.

Moda e cosmetici

Nel 1813 non era possibile entrare in un negozio e comprare un abito già pronto per la festa. Gli abiti erano fatti a mano – o passati da una sorella più grande – e ciò significava che potevano essere personalizzati o adattati allo stile individuale. Una diffusa stoffa all’epoca era la mussolina, e girava la scandalosa voce che le donne fossero solite bagnarla in modo che il profilo del loro corpo si intravvedesse sotto il vestito – anche se in realtà questo accadeva solo in ricevimenti molto privati. Il vestito più amato per la festa per molte donne di oggi è un abitino nero, ma nel 1813 il favorito era un abito bianco. Per gli uomini la moda prevedeva giacche sartoriali a vita alta, il che significava che la zona sotto la vita era per la prima volta esposta dopo più di 100 anni. Le brache, o pantaloni, erano sorrette da bretelle e rendevano impossibile una postura scomposta; da ciò deriva quella posizione eretta di Mr Darcy e di Mr Bingley che noi associamo agli uomini dell’età della Reggenza. Le donne erano poco truccate, e usavano materiali che trovavano localmente e in cucina. Per le guance rosate erano usate alcanna spuria e radici di cocciniglia, che costituivano una base rossa. Gli uomini, e in particolare gli ufficiali come Mr Wickham, erano attratti da un tocco di rossore, perché conferiva uno splendore sano.

La buona cucina

“Il cibo, combinato con straordinarie arti di decorazione culinaria, in questo periodo era veramente eccellente”, dice Ivan Day, esperto di storia della cucina. L’allestimento delle portate era grandioso, teatrale, e progettato per l’ostentazione, come oggi un banchetto di Heston Blumenthal. Gli ospiti sedevano a tavola e si servivano da soli da un assortimento di leccornie. La torta salata di pernice includeva quattro uccelli interi più il fegato, pancetta, erbe aromatiche e funghi. I pasti non erano per schizzinosi: i commensali mangiavano la testa del pollo e succhiavano gli occhi e il cervello attraverso il becco. Ci piace pensare che l’amore per i ristoranti italiani sia una tendenza di oggi, ma anche all’inizio del XIX secolo c’era la moda del cibo italiano. Per esempio, una ricetta di gelato al Parmigiano appare nel Imperial and Royal Cookbook di Frederic Nutt (“Il libro di ricette imperiale e reale”) del 1809 ed era una portata molto famosa. Londra ospitava nel 1794 circa 700 pasticceri e la tavola di un ballo non deludeva certo gli amanti del dolce. Straripava di frutta, creme e biancomangiare, biscotti, torte, gelatine e gelato.

I mezzi di trasporto

Viaggiare al buio per o di ritorno da un ballo non era proprio del tutto sicuro per gli invitati a una festa del XIX secolo, e la luce della luna era importantissima per illuminare il cammino. “L’ultimo bandito che rapinava per le strade fu impiccato solo un paio d’anni dopo la pubblicazione di Orgoglio e pregiudizio”, dice White. Uomini e donne arrivavano calzando degli stivali e poi infilavano le scarpe da ballo, che assomigliavano a scarpette per la danza classica. Sarebbe stato impossibile ballare con gli stivali, e si sarebbe fatto un tale rumore sul parquet della sala da ballo che non si sarebbe sentita la musica! Viaggiare in carrozza era un lusso, perché era un mezzo di trasporto molto costoso, come oggi un’automobile. Solo i privilegiati potevano permettersi di mantenere la carrozza, i cavalli e i lacchè, ad un costo di circa 1000 sterline l’anno. Se non si aveva a disposizione una vettura propria, si poteva chiedere un passaggio ad un vicino, ma anche questo aveva i suoi svantaggi, perché in questo modo era obbligatorio lasciare il ballo quando voleva lui – non certo la situazione ideale per un “festaiolo” del XIX secolo.

Link Utili
Su YouTube, l’intero documentario Pride and Prejudice: having a ball della BBC di cui questo articolo è parte integrante.

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4 commenti

  1. quanti spunti curiosi!
    sono rimasta impressionata dal fatto che essere goffi sulla sala da ballo significava non essere virile!
    mi sono sempre chiesta come facessero tutti a saper ballare… quindi anche le sorelle Bennet, pur senza un’istitutrice, avevano avuto un maestro di ballo?

    molto curioso anche il fatto che già a quel tempo era apprezzata e presa a riferimento la cucina italiana!

  2. “Il vestito più amato per la festa per molte donne di oggi è un abitino nero, ma nel 1813 il favorito era un abito bianco”.
    Mi sono sempre chiesta perché nei film in costume le persone vestissero sempre colori chiari per andare ai balli. Quindi era solo una questione di moda?

    1. Francesca: l’abito chiaro è un simbolo da debuttante. Anche oggi, se vedi i balli delle debuttanti a Vienna o altrove, troverai le giovani vestite di bianco o di colori comunque molto, molto chiari.
      La giovani nubili, dunque, prediligevano abiti in colori pastello per rappresentare il loro ‘status’ di nubile in cerca di marito sul mercato matrimoniale.
      Le altre comunque non vestivano mai di nero – perché simbolo del lutto, e di certo chi era in lutto non partecipava ai balli – né di colori sgargianti, che erano riservati alle donne di dubbia reputazione.

Che cosa ne pensi?