Pubblichiamo oggi un articolo che Nadia Terranova, scrittrice e traduttrice (sua è la traduzione italiana dei graphic novel che Marvel ha tratto dai romanzi austeniani, come indicato nel post dedicato alla recente pubblicazione di Orgoglio e Pregiudizio) ha scritto lo scorso mese di gennaio per celebrare il Bicentenario del capolavoro di Jane Austen, Orgoglio e Pregiudizio.
L’articolo è apparso per la prima volta il 17 gennaio 2013 sul blog di Nadia Terranova: http://nadiaterranova.com/2013/01/17/orgoglio-e-pregiudizio-200/
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Lizzy e Darcy, i disfunzionali prediletti del mondo
Tra una settimana Orgoglio e pregiudizio compie duecento anni, però sembra proprio un ragazzino.
«Devo confessare che ritengo Elizabeth la creatura più deliziosa mai stampata e non so proprio come farò a sopportare quelli a cui non piacerà» scrive Jane Austen alla sorella il giorno dopo la pubblicazione. Come per ogni capolavoro che si rispetti il travaglio era stato faticoso: dalle trattative con l’editore l’autrice era uscita con un certo malcontento («Egerton paga 110 sterline. Ne avrei volute 150, ma non potevamo essere entrambi soddisfatti») e prima ancora c’era stata la solita storia di rifiuti e riscritture (la prima versione era tornata al mittente senza neanche essere stata degnata di una lettura). Un mese dopo, in un’altra lettera, Austen rincara la dose: «La sua predilezione per Darcy ed Elizabeth mi basta», taglia corto parlando della nipote, «Se vuole può anche detestare gli altri personaggi». Vedeva giusto. Tra film, fiction, musical, fumetti e adattamenti di ogni tipo, la coppia di Orgoglio e pregiudizio non è più solo la prediletta dell’autrice e dei suoi parenti, è diventata la prediletta del mondo intero. La signorina Bennet e il signor Darcy sono usciti dal salotto della famiglia Austen per invadere il nostro: basti pensare all’Inghilterra quando andò in onda lo sceneggiato della BBC con Colin Firth, le strade si svuotavano e le famiglie si riunivano davanti al televisore come da noi forse solo ai tempi di Rischiatutto. Se poi c’è qualcuno che pensa ancora che quello austeniano sia un culto di genere, farebbe bene a leggere questo libro di William Deresiewicz (La vita secondo Jane Austen, N.d.R.) in cui l’autore – sì, un uomo – racconta come Orgoglio e pregiudizio l’abbia aiutato a mettere a fuoco dove stava sbagliando con la ragazza con cui usciva.
Partiamo da Elizabeth, detta Lizzy. È prima di tutto una secondogenita, come Jo di Piccole Donne, come lei non è particolarmente bella né elegante, ama leggere, adora un’angelica sorella maggiore. Ma le creature di Austen invecchiano meglio di quelle di Louisa May Alcott. Se papà e mamma March erano impastati di giudiziosa melassa dickensiana, i Bennet sono tutt’altro che rassicuranti: lei intrisa di volgare invadenza e ossessionata dall’accasare le sue ragazze prima e meglio delle figlie delle amiche, lui ironico e acuto quando è al sicuro nella sua biblioteca ma inetto e succube della moglie nel quotidiano.
La poveretta, dunque, vive un nucleo familiare disfunzionale e contemporaneo: genitori imbarazzanti, nevrotici dentro casa e ossequiosi in società, e in più sorelle minori capricciose e frivole. Eppure è una di loro, Lydia, a dare il guizzo risolutivo alla storia, scappando a Londra con un ufficiale mascalzone. Con quel gesto viola tutti i codici di un ingessato universo da salotto: prima fugge infangando l’onore della famiglia, poi, con il matrimonio riparatore, rimarca definitivamente la zitellaggine delle maggiori. In visita alle sorelle, si offre di aiutarle a trovare marito ostentando una bontà che suona come la beffa dopo il danno. Nella forza con cui Elizabeth la detesta, tutte le Elizabeth del mondo ritrovano l’invidia per chi riesce a campare splendidamente sul proprio egoismo; tanto lei quanto Lydia sono piene di difetti che la loro creatrice si diverte a portare alle estreme conseguenze. Quando si alza il sipario su di loro i personaggi austeniani sono sempre piccoli, e non solo sotto il profilo anagrafico: semplicemente non sono ancora inciampati nella loro prima occasione di crescita e, trovandoli impreparati e presuntuosi, quell’occasione finisce per travolgerli. Per Lizzy e Darcy l’uragano è l’improvvisa fuga della sorellina di lei con l’ufficiale detestato da lui, e tutto ciò proprio mentre loro, i prediletti, stanno mettendo a dura prova la propria attrazione con equivoci e figuracce. La più sbagliata proposta di matrimonio della storia della letteratura, cioè la prima dichiarazione di Darcy a Lizzy, suona antipatica non perché Darcy fa notare all’amata tutti i suoi difetti a partire dalla sgradevole famiglia in cui è nata (ha ragione), ma perché è evidente che quello è un facile colpo basso, per uno che ha un padre ricordato da tutti come “tanto una brava persona” e una madre scialba e anch’essa defunta. Son bravi a sentenziare sui genitori degli altri, quelli che tengono i propri in una cornice ovale spolverata dalla governante.
Austen, intitolando Prime impressioni la primissima e giovanile versione del manoscritto, sceglieva un titolo forse meno efficace ma altrettanto azzeccato di Orgoglio e pregiudizio. Le prime impressioni di Lizzy e Darcy sono sbagliate non per un qualche inganno di apparenze ma perché prodotte da personaggi la cui acutezza è saccente e acerba, la cui capacità nel riconoscere l’amore in sé e nell’altro è quella di due ragazzini disadattati. E nel frattempo, con la sottile soddisfazione di una tiranna, cioè di una grande romanziera, Austen lascia intendere che ne sa ben più dei suoi protagonisti su come va il mondo e funzionano i sentimenti. Mentre i personaggi sembrano brillare nei dialoghi scoppiettanti di cui l’autrice è maestra, lei li colpisce nel loro tallone d’Achille, dove l’orgoglio e il pregiudizio fanno più male, costringendoli a scendere a patti con l’antagonista che più disprezzano, a riconoscere la crepa più dolorosa in un’apparente inossidabilità. Uno dopo l’altro cadono tutti: Darcy ammette di essere cresciuto come un rampollo viziato, il signor Bennet di aver vissuto nell’indolenza, Elizabeth di non averne mai azzeccata una. Perfino Lydia fa marcia indietro sulla sua tracotanza e finisce per questuare Lizzy, finalmente signora Darcy, implorandola di non dimenticarsi di lei e dello stato di relativa povertà in cui si ritrova a vivere con l’effimero maritino. Ecco che come al solito i personaggi di Orgoglio e pregiudizio ci somigliano più di quanto vorremmo: sono fragili, sbagliano di continuo, conoscono la vergogna e l’umiliazione, cambiano idea. E si sentono soli. Darcy non ha familiari a cui chiedere consiglio e per Elizabeth sarebbe stato meglio non averne (Helen Fielding, per rispettare fino in fondo la sua ispirazione austeniana, avrebbe dovuto chiudere il primo Diario di Bridget Jones non con «fa’ come ti dice tua madre» ma con «fa’ esattamente il contrario»).
Nonostante il finalone più che lieto, non sono affatto sicura che la nostra coppia prediletta abbia poi resistito alla noia della vita di provincia o a un banale tradimento. So solo che a un certo punto Lizzy e Darcy scoprono di essersi sbagliati praticamente su tutto e non possono confessarlo a nessuno se non l’uno all’altra. Su una coppia che s’innamora in circostanze del genere, io continuo a scommettere.
(Nadia Terranova)
Biografia
Messinese di nascita e romana d’adozione, è di casa presso vari editori. Redattrice, traduttrice, editor, ha curato anche un laboratorio di scrittura per bambini.
Per ragazzi, insieme con Patrizia Rinaldi, ha scritto Caro diario ti scrivo, storia di sei dodicenni che diverranno scrittrici famose, da Anna Maria Ortese a Jane Austen. Pubblicato da Sonda nel 2011, ha ottenuto la menzione al premio Elsa Morante Ragazzi. Scrive anche per il teatro, ed è orgogliosa di far parte del gruppo di provocatori letterari “I libri in testa”.
Con Ofra Amit ha realizzato il libro Bruno, il bambino che imparò a volare, dedicato a Bruno Schulz (Orecchio Acerbo 2012). (da Wuz.it)
Ulteriori dettagli alla pagina Chi sono & Contatti sul blog di Nadia Terranova.
Link Utili
– blog di Nadia Terranova
– recensione di Caro Diario ti scrivo su Un tè con Jane Austen
– recensione di Orgoglio e Pregiudizio ed. Panini Comics/Marvel su La Collezionista di Dettagli
La Jane Austen Society of Italy (JASIT) è un’Associazione Culturale Italiana, attiva su tutto il territorio nazionale; in quanto società letteraria, promuove in Italia la conoscenza e lo studio di Jane Austen, la sua vita, la sua opera e tutto ciò che è legato ad essa, attraverso qualunque attività utile a realizzare tale scopo, nel nome dell’arricchimento culturale personale e condiviso.
1 commento
Infatti P&P è la palestra della vita dove tutti imparano qualcosa: ecco perchè a distanza di duecento anni fa ancora sorridere ed emozionare.