Due passi per Austenland: Le Assembly Rooms di Bath

Nel leggere L’Abbazia di Northanger, si sente parlare con gran fervore ed entusiasmo delle due Assembly Rooms di Bath (1), le Upper Rooms e le Lower Rooms.
Il lettore comune, chi legge Jane Austen per la prima volta o non sia pratico di Bath, è spinto erroneamente a credere che esse si trovassero in un unico edificio: il loro nome fa pensare, infatti, a sale collocate al piano superiore e inferiore di una stessa costruzione.

Assembly Rooms, Bath
Assembly Rooms, Bath

Questa erronea convinzione, poi, sembra essere confermata in una cittadina come Bath – in cui pochissimo è cambiato dall’epoca di Jane Austen – dall’esistenza di un unico edificio, costituito di “una grande serie di appartamenti che si aprono l’uno nell’altro”. Quel che instilla il seme del dubbio è la collocazione di tali appartamenti “tutti su un livello con il cortile lastricato esterno”. (2)

È nelle Lower Rooms che il Maestro di Cerimonie, Mr. King, presenta per la prima volta Mr. Henry Tilney a Catherine Morland:

Fecero la loro comparsa nelle Lower Rooms, e qui la fortuna fu più favorevole per la nostra eroina. Il maestro di cerimonie le presentò come cavaliere un giovanotto molto distinto; il suo nome era Tilney. Sembrava sui ventiquattro, venticinque anni, era piuttosto alto, aveva un volto gradevole, uno sguardo intelligente e vivace, e, se non proprio bello, ci andava molto vicino. Si presentava bene, e Catherine si sentì estremamente fortunata. (3)

Ma già, mentre Mr. Tilney fa la conoscenza di Catherine, si può intuire che le Upper Rooms e le Lower Rooms siano due edifici distinti:

“Ma come!” disse lui, nel suo tono naturale, “la vostra risposta deve suscitare una qualche emozione, e la sorpresa è quella più facile da simulare, e non è meno ragionevole di altre. Ora proseguiamo. Siete mai stata qui, signorina?”
“Mai, signore.”
“Davvero! Avete mai concesso l’onore alle Upper Rooms?”
“Si, signore, ci sono stata lunedì.” (3)

Leggendo (e traducendo) Jane Austen: i luoghi e gli amici di Constance Hill un velo mi è caduto dagli occhi nel ricostruire topograficamente la Bath di Jane Austen. “Ai tempi di Miss Austen venivano dati durante la stagione balli e concerti a sere alternate nelle Upper e nelle Lower Rooms.” (2)
L’edificio in cui “una grande serie di appartamenti che si aprono l’uno nell’altro”, che abbiamo erroneamente ritenuto contenere entrambe le Assembly Rooms è, in realtà quello più recente (New Assembly Rooms), costruito sull’altura vicino a Belmont su un progetto del 1769 di John Wood il giovane. Dalla sua collocazione geografica comprendiamo che si tratta delle Upper Rooms.

La sala da ballo
La sala da ballo

Secondo Constance Hill, la sala da ballo era cambiata ben poco ai primi del ‘900 dai tempi in cui la descrisse Jane Austen, e oserei dire che sia rimasta immutata anche ai giorni nostri.

“L’eleganza della sala da ballo (che è lunga cento piedi) lascia stupito ogni osservatore. Il soffitto è magnificamente decorato da pannelli che hanno scompartimenti aperti ai quali sono appesi cinque superbi candelieri di cristallo. I muri sono dipinti e decorati nello stile più raffinato; e le colonne corinzie e la trabeazione somigliano a statue di marmo. A ciascuna delle estremità della sala sono collocati, in splendide cornici dorate, i più begli specchi che ci si potesse procurare per enfatizzare l’aspetto di generale brillantezza.” (4)

Mrs. Allen e Catherine si recano alle Upper Rooms appena arrivate a Bath, ma non ne ricavano un’esperienza gratificante.

La stagione era al culmine, la sala affollata, e le due signore si infilarono nella calca per quanto fu loro possibile. Quanto a Mr. Allen, si rifugiò subito nella sala da gioco, e le lasciò da sole a godersi la ressa. Più preoccupata a non sciupare il vestito nuovo che a occuparsi della sua protetta, Mrs. Allen si fece largo attraverso la schiera di signori sulla porta, con la rapidità concessa dalla necessaria cautela; Catherine, comunque, rimase al suo fianco, avvinghiata al braccio dell’amica troppo saldamente per esserne staccata dai comuni sforzi di una folla in movimento. Ma con suo enorme stupore, si accorse che proseguire lungo la sala non era certo il modo migliore per divincolarsi dalla ressa; sembrava anzi crescere man mano che andavano avanti, mentre lei si era immaginata che, una volta entrati, avrebbero facilmente trovato da sedersi e sarebbero state in grado di osservare con comodo le danze. Ma non fu affatto così, e sebbene con instancabile diligenza riuscissero a raggiungere l’estremità della sala, la loro situazione rimase esattamente la stessa; delle coppie che ballavano non vedevano nulla, se non le piume più alte di qualcuna delle dame. (5)

Ellen G. Hill. La galleria dei musicisti
Ellen G. Hill. La galleria dei musicisti

Durante le serate danzanti, gli ospiti delle Upper Rooms attraversavano la sala ottagonale per recarsi a prendere un rinfresco nella sala da tè. La sala ottagonale è un elegante atrio, con il tetto a cupola e un circolo di fregi scultorei in cui si aprono la sala da ballo, la sala da gioco e la sala da tè, che veniva utilizzata come sala dei concerti nelle serate in cui non si tenevano balli.
La sala ottagonale e la sala da concerti sono state immortalate da Jane Austen in Persuasione; in esse, infatti, Anne Elliot incontra il capitano Wentworth e comprende che lui è ancora innamorato di lei.

Sir Walter, le due figlie e Mrs. Clay furono i primi del loro gruppo a entrare nelle sale per la serata, e dato che era necessario attendere Lady Dalrymple, presero posto accanto a uno dei camini della sala ottagonale. Ma si erano appena sistemati, quando la porta si riaprì, ed entrò il capitano Wentworth da solo.
[…]
Quelle deliziose emozioni furono lievemente attenuate quando, staccatasi dal gruppo per raggiungere di nuovo il capitano Wentworth, vide che se n’era andato. Fece appena in tempo a vederlo entrare nella sala da concerto. (6)

La sala ottagonale
La sala ottagonale

Le Lower Rooms, il prezioso luogo d’incontro fra Henry Tilney e Catherine Morland, invece, non esistono più: furono rase al suolo da un incendio nel 1820. Esse si trovavano nel centro più antico della città, che era collocato nella parte bassa, vicino alle rive dell’Avon; da qui il loro nome.
Fatte costruire nel 1708 da Thomas Harrison, le Lower Rooms (chiamate anche Harrison’s Assembly Rooms) furono per anni il regno incontrastato del re di Bath, Richard (Beau) Nash. Grazie ai decreti di Beau Nash in qualità di arbitro sociale, Bath era nota per il suo egualitarismo, in cui classi provenienti da diversi ordini sociali si mescolavano e si confondevano. Isabella e John Thorpe cercano di tenere gli occhi ben aperti e di trarre vantaggio da questa possibilità che viene loro offerta. Sir Walter Elliot sceglie di trasferirsi a Bath, una volta lasciata Kellynch Hall, proprio perché, all’interno di una società così eterogenea, lui – un baronetto – sarebbe spiccato per importanza:

… e con grandissima soddisfazione di Lady Russell, che per quel progettato trasferimento aveva sin dall’inizio privilegiato Bath, Sir Walter ed Elizabeth furono indotti a credere che non avrebbero perso né importanza né divertimenti sistemandosi là. (7)

Le Lower Rooms (da un’antica stampa in possesso di Mr. J.F. Meehan di Bath)
Le Lower Rooms (da un’antica stampa in possesso di Mr. J.F. Meehan di Bath)

“La sala da ballo era usata durante il giorno come passeggiata, per cui era molto adatta sia per dimensioni che per la gradevole collocazione poiché le sue finestre dominavano un’ampia panoramica sull’Avon che serpeggiava fra i verdi prati, fiancheggiato da colline boscose.” (2) L’edificio era circondato da amene passeggiate di pietra e terrazze, che incoraggiavano le persone a incontrarsi per vedere e farsi vedere, trascorrendo piacevolmente alcune ore della giornata.

Le Lower Rooms erano più piccole delle più moderne Upper Rooms e fra le due istituzioni vi era non poca rivalità cosicché, sebbene ai tempi di Jane Austen si spartissero armoniosamente le serate di svago, più avanti ci fu una concorrenza sleale da parte dei proprietari delle Upper Rooms, con cui le Lower Rooms, più piccole e antiquate, non riuscirono a competere, tanto che, dopo l’incendio del 1820, non vennero più ricostruite.

John Charles Maggs: Lower Assembly Rooms from North Parade, Bath, c. 1760 (1881)
John Charles Maggs: Lower Assembly Rooms from North Parade, Bath, c. 1760 (1881)

Ai tempi di Constance Hill delle Lower Rooms restavano solo il portico e le mura esterne, che furono utilizzate nel 1833 nella costruzione del Royal Literary Institution; questo fu a sua volta demolito nel 1933, in seguito a un progetto di ampliamento stradale, e ricostruito a Queen Square. Attraverso gli occhi di Constance Hill veniamo dunque a conoscenza di un ulteriore sviluppo urbanistico di quest’angolo di Bath, dal momento che, ai giorni nostri, quel che resta è una semplice targa commemorativa.

Lower_Assy_Rooms

I due romanzi postumi di Jane Austen – quelli che vedono parte della storia ambientata a Bath – costituiscono un’eccezione nella sua produzione. Essi sono accomunati dal riferimento preciso a edifici realmente esistenti, che il lettore poteva vedere con i suoi occhi (e, Lower Rooms a parte, può visitare ancora oggi); al contrario delle costruzioni presenti in altri romanzi – Pemberley, Sotherton, le Assembly Rooms di Meryton, ecc. – , che hanno nomi di fantasia e di cui si può solo supporre quali siano state le fonti di ispirazione per la scrittrice.

In Northanger Abbey, inoltre, vi è un’ulteriore eccezione che lo rende unico fra i sei romanzi canonici: in esso Jane Austen utilizza come personaggio una persona reale, Mr. James King, (8) nella sua funzione di Maestro di cerimonie delle Lower Rooms, ruolo che rivestì realmente dal 1785 al 1805, data in cui assunse la stessa carica nelle Upper Rooms.james kingMr. King stilò un codice di regole che rimase in vigore per trent’anni, regole che si rifacevano molto spesso a quelle stabilite da Beau Nash. Una di queste decretava che i gentiluomini non potessero indossare stivali nelle sale durante una serata.

Si dice che quando un signorotto di campagna cercò una volta di sottrarsi a questa norma, nei giorni del Re di Bath, Beau Nash gli chiese come mai non avesse portato anche il suo cavallo nella sala da ballo, “dal momento che la bestia a quattro zampe aveva le stesse calzature del suo padrone.” (2)

In definitiva, Bath è il luogo ideale per immergersi nella realtà di Jane Austen, che la abitò dal 1801 al 1806 e che vi ambientò due dei suoi romanzi, soprattutto perché la cittadina è rimasta pressoché immutata da allora. Il visitatore può pertanto vedere quasi esattamente gli stessi luoghi e gli stessi edifici che vedeva lei.

Note:

(1) Nel XVIII e XIX secolo in Gran Bretagna e in Irlanda le Assembly Rooms (letteralmente “sale di riunione”) erano luoghi di ritrovo per i membri delle classi sociali più alte, di entrambi i sessi. All’epoca gran parte dell’intrattenimento veniva fatto in casa e c’erano pochi luoghi pubblici dedicati ai divertimenti che fossero aperti a entrambi i sessi a parte i teatri, pochi dei quali si trovavano fuori Londra.

(2) Constance Hill, Jane Austen: i luoghi e gli amici, capitolo XI. Traduzione a cura di JASIT, edizioni Jo March, 2013.

(3) L’Abbazia di Northanger, Volume I capitolo 3, Traduzione di Giuseppe Ierolli.

(4) Pierce Egan, Walks through Bath, Meyler and Son, Bath, 1819, pag. 127.

(5) L’Abbazia di Northanger, capitolo 2, Traduzione di Giuseppe Ierolli.

(6) Persuasione, Volume II capitolo 8 (20), Traduzione di Giuseppe Ierolli.

(7) Persuasione, Volume I capitolo 2, Traduzione di Giuseppe Ierolli.

(8) Jane Austen cita altri personaggi reali nei suoi romanzi, ad esempio in Mansfield Park menziona Humphrey Repton, il noto architetto paesaggistico del XVIII secolo. Nessuno di essi, però, interagisce con i personaggi come nel caso di James King ne L’Abbazia di Northanger.

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3 commenti

  1. E’ vero: la sensazione che si prova (se non fosse per le auto) è quella di un altro tempo: l’anno scorso abbiamo passeggiato “in the footsteps of Jane Austen” (seguendo l’itinerario audio) ed è stato assolutamente piacevole, nonostante la giornata fosse di un grigio uniforme. La medesima sensazione di essere in un luogo fuori dal tempo l’ho avuta anche a Chawton….

  2. Anche io ho avuto l’occasione e la fortuna di visitare la cittadina di Bath e, ad onor del vero, confermo l’impressione di Anna ovvero sembra davvero di essere in un altro tempo… per una ammiratrice di Jane Austen quale sono io passeggiare per le sale dell’Assembley Room è stato emozionante… io, la mia borsa e il libro di Persuasione!!! Un’altro ricordo molto bello è stato poi il passeggiare sul selciato del Royal Crescent (ovvero Camden Place dove dimorava Anne Elliot): la cosa che mi ha colpito di piu’ è stato osservare proprio il terreno.. con quegli enormi blocchi a pietra era proprio come essere tornati al 1800!! bellissimo!! lo consiglio…

  3. Anche dalle immagini l’impressione è la stessa: quella di un luogo in cui tempo sembra essersi fermato. Non oso pensare alla sensazione strana che possa trasmettere essere lì di persona e trovarsi e vedere i posti dove lei è stata e di cui ha scritto.

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